Copertina 8

Info

Anno di uscita:2021
Durata:70 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ALPHA - ANTELUDIUM
  2. ABYSS OF TIME - COUNTDOWN TO SINGULARITY
  3. THE SKELETON KEY
  4. SEAL OF SOLOMAN
  5. AIA
  6. CODE OF LIFE
  7. FREEDOM - THE WOLVES WITHIN
  8. KINGDOM OF HEAVEN PART 3 - THE ANTEDILUVIAN UNIVERSE
  9. RIVERS
  10. SYNERGIZE - MANIC MANIFEST
  11. TWILIGHT REVERIE - THE HYPNAGOGIC STATE
  12. OMEGA - SOVEREIGN OF THE SUN SPHERES

Line up

  • Mark Jansen: guitars
  • Coen Janssen: keyboards
  • Simone Simons: vocals
  • Ariën van Weesenbeek: drums
  • Isaac Delahaye: guitars
  • Rob van der Loo: bass

Voto medio utenti

Diamo a Cesare quel che è di Cesare.


Il mio rapporto con gli Epica di Mark Jansen e Simone Simons non è mai stato costante, nel tempo; li ho esaltati all'inizio della loro carriera per aver saputo prendere la formula dei Kamelot (da cui la band prende anche il nome) ed averla portata un gradino o due avanti nell'evoluzione sonora, diventando di fatto un pilastro del cosiddetto female fronted metal e inserendo, al contempo, growls e aperture orchestrali in un mix interessante e funzionante. Nella seconda fase della loro carriera, tuttavia, ho cominciato a sentire puzza di riciclato, vedendo gli Epica ripetere sempre lo stesso disco, e accorgendomi di come (anche) a loro si possa imputare la nascita del cosiddetto Bosone di Amaranthe, che, a parere di chi vi scrive, ha creato un nucleo tumorale all'interno della nostra amata Musica del demonio (come la chiamava mia nonna), nucleo che si espande e si autoreplica in maniera via via più veloce e preoccupante.

Ricordo ancora le mie parole in occasione di "The Quantum Enigma", in cui parlavo appunto della 'paraculata maxima' degli Epica, ricevendo un fiume di parole, a sostegno o contro la mia tesi.

Ebbene, in questo 2021 tutto mascherine e zone rosse mi ritrovo tra le mani questo "Omega", ultima fatica in studio del combo olandese, e mi tocca andare a mettere un cappello, per poi poterlo togliere.

Se i miei dubbi di allora fossero legittimi o meno, sarà la Storia a decretarlo; il presente, tuttavia, è un album francamente della madonna, in cui quasi tutto è al posto giusto, in cui il tipico Epica-sound diventa vangelo e viene esaltato alla massima potenza, riuscendo a sbagliare davvero così poco, che non puoi che ammettere, signori, che questo è un disco grosso così.

E sarà stata anche la relativa pausa che i nostri hanno potuto prendersi, o la possibilità di comporre per la prima volta dopo tanto tempo tutti insieme in una casa nelle campagne olandesi, fatto sta che "Omega" è un disco che funziona. Terzo e ultimo capitolo di una "Trilogia metafisica" cominciata con "The Quantum Enigma", l'album apre con una intro che introduce il motivo che sfocerà nella convincente "Abyss of Time", e sono ritornelli orecchiabilissimi, potenza a vagoni ed il giusto equilibrio tra il display of power e il lato sinfonico dell'arrangiamento, che in questo brano e in moltissimi altri prediligerà scale arabeggianti e motivi ammiccanti all'oriente, che verranno usati in maniera intelligente come una sorta di fill rouge per legare tematicamente tutto il platter.

La cosa che mi ha colpito sin da subito di "Omega" è la disomogeneità delle tracce, che non si somigliano eppure si appartengono: "The Skeleton Key" rallenta e si scurisce, "Gaia" è il manifesto degli Epica moderni, "Freedom" ha un ritornello talmente accattivante da sembrare un brano pop, e così giù giù attraverso la lunga e complessa "Kingdom of Heaven part 3" (ultimo capitolo anche qui, anche se il primo lo preferisco), una "Rivers" quasi sussurrata, perfetto showcase per la voce sempre splendida di Simone, e poi ancora botte con "Twilight Reverie", e nessun growl è stato maltrattato durante la lavorazone di questo album! Qui c'è equilibrio, gli arrangiamenti sono intelligenti, e la produzione è stellare.

Una delle cose che mi sono trovato a pensare, ascoltando questo album per l'ennesima volta è come, nonostante cori, orchestrazioni, mille tracce audio per ogni brano, potresti davvero suonare queste canzoni con una voce e una chitarra; questo perché le linee vocali funzionano, e non sono un mero orpello in un pacchetto preconfezionato.

In conclusione: onore a chi lo merita, "Omega" è forse il più bel disco degli Epica da un decennio a questa parte, almeno per me. Bravi bravi.




Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 21 mar 2021 alle 12:51

Questo devo ancora ascoltarlo. All'inizio mi piacevano, da un po' di anni li trovo pesanti da sentire, dischi troppo lunghi con una media di 13 brani (troppi), growl a volte fuori luogo e anche le parti che dovrebbero essere soffuse messe allo stesso livello dei momenti bombastici.

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