Dopo aver rilasciato due album con il monicker Cobolt 60, il chitarrista
Død, anche nei Blood Red Throne ed ex membro live dei Satyricon, da alle stampe
"Drapsdalen" con il nuovo progetto
Valdaudr che vede la partecipazione di
Vald, ex Blood Red Throne, dietro al microfono, e quella di Rune Nesse (membro live dei Taake), in qualità di ospite, al drumkit.
Con tali premesse, era facile immaginare che questo esordio discografico fosse un album di Black Metal tradizionale ed infatti l'ascolto delle sette tracce che lo compongono, tutte cantate in norvegese, possono essere inquadrate come un mix di Darkthrone, quelli dei primi lavori, e Ulver degli esordi per via della fusione che i
Valdaudr effettuano tra l'intransigenza sonora dei primi e le inflessioni folk, melodiche, dei secondi.
Difficile aggiungere altro per meglio inquadrare
"Drapsdalen".
Siamo al cospetto, credo sia chiaro, di un album che non ha velleità di innovazione e che si "limita" a percorrere sentieri già ampiamente solcati senza, tuttavia, risultare una mera imitazione ma mantenendo una certa integrità artistica garantita, tra le altre cose, dall'esperienza dei musicisti coinvolti e dalla buona qualità delle canzoni che si fanno ascoltare con piacere, soprattutto quando il gruppo insiste sugli elementi melodici, e vagamente epici, che arricchiscono la proposta sonora rendendola non monocorde.
Il quadro di insieme viene, poi, completato da un suono old style, ma certamente non di bassa qualità, e da una interpretazione vocale graffiante e capace di donare ai pezzi una marcia in più anche grazie all'uso di buone clean vocals sparse qui e la all'interno dell'album.
Per chiosare il tutto, posso dirvi che se gli anni '90 hanno rappresentato per voi il periodo aureo del black metal,
"Drapsdalen" sarà un ascolto interessante che, forse, vi farà versare qualche lacrima di nostalgia a patto che non vi aspettiate chissà quale capolavoro.
Il Black Metal è anche questo.
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