Se non avessi letto il flyer promozionale della
Supreme Chaos Records che mi informava della loro provenienza tedesca, avrei giurato che gli
Old Growth fossero americani.
Il loro esordio discografico
"Mossweaver", infatti, è intimamente connesso con la scena Cascadian Black Metal a stelle e strisce e suona, più o meno, come una sorta di incrocio tra gli Agalloch e i Wolves in the Throne Room più una componente post che rende l'amalgama ancora più intrigante e quasi primitiva.
L'atmosfera che si respira in questo album ne costituisce il suo più grande valore:
Shaman Animist, l'uomo dietro il progetto, riesce, in maniera perfetta, a trasformare in musica la sua visione ritualistica, sciamanica e selvaggia della natura trasportandoci, letteralmente, in mezzo a boschi incontaminati dove, per fortuna, la mano dell'uomo non è mai arrivata e dove si può, dunque, entrare in strettissimo contatto con la parte più intima, e più selvatica, di noi stessi.
Tutto ciò riesce grazie ad un ispiratissimo mix di feroce black metal e melodie struggenti che si fondono come il vento con le fronde degli alberi, attraverso un costante alternarsi di violenza incontrollata e magiche evoluzioni armoniche che, in silenzio, toccano l'anima e fanno scorrere brividi di piacere lungo la schiena ricordandoci, con spaventosa forza evocativa, che la natura intorno a noi è la nostra madre e deve, necessariamente, essere amata e protetta.
"Mossweaver" è un album intimo, suggestivo, completamente immersivo e privo di punti deboli.
I suoni e la produzione sono eccellenti.
Lo scream devastante.
Gli arpeggi ti fanno lacrimare.
Ogni nota ti avvolge con calore ed amore.
Lo spirito selvaggio regna sovrano su ogni cosa.
E le emozioni si diffondono incontrollabili.
Questo è un lavoro di profonda gratitudine verso la Natura ed è qualcosa da interiorizzare ed amare senza remore, dimenticando, almeno per un po', il fetore che respiriamo ogni giorno di un mondo corrotto e senza più alcun valore.