Ma toh guarda, sembra proprio che i polacchi
Crystal Viper abbiano tutto d’un tratto scoperto
Lovecraft, infatti a prima vista sembra quasi un concept album. La copertina, il titolo e molte canzoni (“
Providence”(la cittadina natia di H.P. Lovecraft), “
The Cult”, ”
Whispers From Beyond”, “
The Calling”, “
Flaring Madness” e anche qualcos’altro) fanno pensare al terrore cosmico ideato dallo scrittore americano.
Ma andiamo con ordine: una non brevissima introduzione sinfonica (“
Providence”) ci introduce nell’ottavo album dei
Crystal Viper. Questa introduzione sembra quasi che dica all’ascoltatore “hey è da qui che tutto è iniziato, con questa magia e quest’aura di mistero, e tu ne devi fare parte!”, non male come incipit. La title track parte subito dopo con un riff in pieno stile
Running Wild, una poderosa ma estremamente melodica cavalcata con un ottimo assolo e delle linee vocali semplici ma non banali. Segue la più cadenzata “
Whispers From Beyond” che mi ricorda più il
Dio del periodo “
Last In Line”, con dei riff molto semplici, sopra il quale
Marta Gabriel ricama sapientemente delle melodie molto “Cantabili” e che si stampano in testa molto facilmente.
Scorrendo la tracklist dell’album è abbastanza evidente l’alternanza di brani più rallentati e mid-tempo con brani più aggressivi, più “speedy”. Questa alternanza rende molto scorrevole e leggero l’ascolto integrale, sicuramente un punto a favore per il quintetto di Katowice.
La doppietta “
Asenath Waite” e “
The Calling” prosegue questa alternanza, la prima più “In your face” e la seconda richiama ancora i monolitici mid-tempos melodici di Dio, con qualche stacco strumentale dalle tinte epiche. Tinte e atmosfere che richiamano molto una certa sfera più “cantereccia” dell’epic metal le ritroviamo ben marcate in “
Flaring Madness”, con dei cori che -appena sarà possibile- ogni fan non esiterà ad intonare ad un concerto della band. Come da tradizione conclude l’album una cover, stavolta si tratta di “
Welcome Home” di
King Diamond, ma questa volta c’è un ospite d’eccezione:
Andy LaRoque, che accompagna il Re da più di 35 anni. Marta imita molto bene il falsetto il falsetto e il cantato sporco della versione originale, tanto che talvolta ci fa dimenticare che stiamo ascoltando i
Crystal Viper, e ci catapulta direttamente all’interno di “
Them”.
Nel disco tutto suona molto 80s’, cosa che ormai non dovrebbe più ne sorprendere né esaltare nessuno, è quel tipo di cose che da una band come i
Crystal Viper è assolutamente prevedibile, ma sicuramente apprezzata. Tutto sommato “
The Cult” è un disco che scorre con molta facilità e fa passare tre quarti d’ora in tranquillità e allegria: mi lascia solo perplesso l’accostamento di temi oscuri, orrorifici e impegnativi come quelli di Lovecraft con una musica così “allegra” e melodica.
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