Copertina 5,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2005
Durata:47 min.
Etichetta:Arise
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. I LIVE MY OWN LIFE
  2. REVERSE UNIVERSE
  3. OVER THE EDGE
  4. LIVING IN FEAR
  5. THE END OF YOUR SUICIDE
  6. INNOCENT BLOOD
  7. WW666
  8. FACE TO FACE
  9. ENCLOSED
  10. PERFECT SOUL
  11. TAKE ME HIGHER
  12. PROMISED HEAVEN

Line up

  • Elisa C. Martin: vocals
  • Albert Maroto: guitars
  • Jorge Saez: drums
  • Matias Sosa: guitars
  • Carlos Pena: bass
  • Nino Ruiz: keyboards

Voto medio utenti

I Dreamaker sono la band nata lo scorso anno da tre ex membri degli spagnoli Dark Moor, tra cui l'ottima vocalist Elisa Martin, e giungono oggi al secondo album, dopo il buon debut del 2004. Rispetto al sound più classicamente power dei Dark Moor, i Dreamaker hanno optato per un impatto maggiormente moderno delle songs, che per la maggior parte ruotano attorno a rocciosi mid tempos, in cui sono le chitarre a farla da padrone, con la voce di Elisa (sempre ottima la sua prestazione) a dare il giusto tocco melodico, anche se occorre dire che del sound della band di origine c'è davvero poco. "Enclosed" strizza infatti l'occhio, oltre al classico metal senza fronzoli stile anni '80, anche alla new wave gothic di gruppi come i nostrani Lacuna Coil, di cui non è difficile sentire l'eco, specie nei passaggi più rallentati. Non rara è inoltre la presenza di numerose parti in cui la voce di Elisa è affiancata da screaming vocals maschili, tanto che in brani come "Innocent blood" o la title track, è possibile scorgere anche l'eco dei Soilwork o degli ultimi In Flames... capirete a questo punto come la proposta stilistica di questi spagnoli sia sì alquanto variegata, ma anche (dispiace dirlo!) paurosamente confusa, tant'è che da un brano all'altro non è difficile trovarsi spiazzati, proprio per questa sensazione, presente per tutto l'ascolto, che i nostri non abbiamo proprio in mente una direzione precisa verso cui mirare. Per carità, alcuni pezzi buoni ci sono: l'opener "I live my own life" ad esempio, nonostante le vocals filtrate e l'impatto un po' troppo "nu", rappresenta un utile biglietto da visita al disco. "Living in fear" e "The end of your suicide" esprimono invece il lato più power dei Dreamaker, quello più legato al loro passato musicale, e sono dotate di due ottimi refrain, mentre la title track è l'unico pezzo del lotto in cui la mescolanza stilistica opera con maggiore consapevolezza. Il resto è scontato e abbastanza prevedibile, e in alcuni punti si ha davvero la sensazione di stare ascoltando degli "Evanescence" in versione metal, decisamente troppo per le nostre orecchie. Parliamo anche della produzione, a causa della quale "Enclosed" esce più malconcio che mai: i suoni sono semplicemente orribili, le chitarre sono impastate, e la voce spesso e volentieri è talmente dentro gli strumenti che risulta davvero dura da distinguere. Non sono un tecnico del suono, ma penso di aver ascoltato abbastanza musica da capire che questa è una produzione da demotape (ma ne ho sentiti tanti che erano meglio!), e che con un maggiore investimento in questo settore questo disco avrebbe anche avuto le carte per destare un qualche interesse.
Così, mi dispiace davvero, ma alla sufficienza non ci si arriva. Probabilmente è un problema di budget, la Arise non è la Nuclear Blast, ma almeno i Dark Moor non si sono presentati in questo modo...
Con un grosso aggiustamento nel songwriting e una registrazione all'altezza i Dreamaker potrebbero anche arrivare a far concorrenza alla sempre più nutrita scena metal spagnola.
Per adesso sono buoni per prender polvere sugli scaffali...
Recensione a cura di Luca Franceschini

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