“Non so cosa darei per tornare in quegli anni!”Credo che più o meno tutti, la prima volta che abbiamo sentito un disco heavy metal viaggiando su Youtube, o sentendo un CD a casa propria o di amici, abbiamo pensato almeno una volta questa frase. Tornare in tempi dove era presente un abbigliamento fatto unicamente di spandex, con un certo modo di intendere la musica, ed il corpo pieno all’80% di borchie, un tempo che oggi definiremo con l’appellativo di “vintage”.
Bene allora, se vi manca tutto ciò, date una possibilità ai
Natur. Statunitensi, nati nel 2008, dopo un demo pubblicano il loro primo full lenght
“Hand Of Death” che rimanda con decisione alle sonorità della NWOBHM, con molti riferimenti a band come Satan, Angel Witch, e primi Cloven Hoof. Attenzione, i nomi citati non fanno però parte solo del contesto prettamente musicale che influenza i
Natur, ma anche per le tematiche che rimando all’occulto e all’horror.
Ci vorranno ben otto anni prima di giungere a questo
“Afternoon Nightmare”, secondo album della band uscito nel 2020, e che non si discosta di molto dal precedente lavoro. Se infatti sono presenti pezzi più oscuri come può essere
“The Poison King”, dall’altra parte si bilancia con sonorità orientate più verso lo Speed come
“Sick Of Dying”. A differenza poi delle molte band che negli ultimi anni hanno portato una boccata d’aria nel metal classico, i
Natur hanno dalla loro un vocalist molto versatile, tale
Ryan Weibust, che convince a pieno sulle tonalità basse, e non risultando eccessivamente ridicolo su quelle alte. Seppur a una prima impressione si possano etichettare i pezzi di
“Afternoon Nightmare” come semplice classic heavy metal, a un ascolto più approfondito si scopre come i
Natur si muovano perfettamente a loro agio anche su territori più doom, come in
“Metal Henge” dove in alcuni momenti si sentono echi di band come St. Vitus.
“Mary Cross" mette in mostra dei grandi riff, mentre nella lunga
“Unsolved Mysteries” si alternano ottimi passaggi, ad altri che potevano essere omessi, come diverse parti di tastiere che dovrebbero avere la funzione di creare un’atmosfera lugubre, ma che risultano un po’ stancanti.
I
Natur confermano le buone aspettative, e chissà che in un futuro non troppo distante possano continuare a stupire. Una maggiore abilità nel comporre, non allungare troppo i pezzi e una produzione più incisiva costituirebbero un ottimo punto di partenza per smussare quei piccoli difetti, ma certamente il talento non manca a questi quattro musicisti. Se nei vostri ascolti giornalieri rientrano Mercyful Fate, Omen, Satan, o Diamond Head, non ignorate questi ragazzi. Potreste trovare in
“Nightmare Afternoon” un ascolto davvero piacevole.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?