Al primo ascolto di ‘
Angelus Apatrida’, mi sono arrabbiato tantissimo. Ma la rabbia è l’emozione principale che un disco Thrash Metal deve suscitare, quella rabbia “positiva”, di fomento e scarico. Il Thrash metal per primo si è proposto come valvola di sfogo per milioni di adolescenti incazzati a inizio anni 80, tramite le ritmiche serrate, le melodie sinistre o vagamente accennate e liriche legate a denunce sociali: il fatto che anche nel 2021, susciti ad un 17enne queste sensazioni non solo è la prova che non è un genere “morto”, ma anche che gli
Angelus Apatrida hanno veramente colpito nel segno.
Gli Angelus Apatrida festeggiano il loro 20esimo compleanno con un disco veramente solido, vario e maturo. Granitiche montagne di riff, refrain, groove e ritmiche serrate hanno dato vita al self-titled della band spagnola, che sempre di più si sta facendo notare nel panorama europeo, affermandosi come una delle band più solide del vecchio continente.
Il self-titled-album è sempre una responsabilità non indifferente, soprattutto se arriva dopo così tanti anni di attività. Dovrebbe essere l’album che meglio rappresenta la tua essenza, la sintesi del tuo stile e l’opera che più di tutte designi ai posteri. Per una band come gli
Angelus Apatrida, che non ha mai cambiato formazione in 20 anni, probabilmente non è stata un’operazione complicata, in virtù del fatto che proprio per mantenere così ban intatta la line up c’è un forte bisogno di una coesione interpersonale, una connessione musicale e una non indifferente intesa. La band di Albacete dimostra in maniera eccellente queste caratteristiche, tramite un songwriting compatto, omogeneo e (per quanto possibile in un genere che ha già detto quasi tutto musicalmente) personale.
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Indoctrinate”, un uptempo pregno di un groove trascinante da il via ad una irrefrenabile marcia di 46 minuti verso il futuro del thrash metal, grazie un ritornello che facilmente rimane impresso nelle orecchie di chi ascolta, che non avrà grossi problemi a canticchiare
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Indoctrinate/through fear then/dominate, Intoxicate/snake tongues to/indoctrinate
”
per strada o in bici, soprattutto in tempi di Covid.
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Age of Disinformation” ci mantiene drammaticamente nel presente, con delle liriche tremendamente attuali, con il preciso scopo di mettere in guardia dalla cattiva informazione, con un odio verso il modo odierno con cui i social e media deviano l’informazione, manipolandola a piacimento a discapito di chi ne deve fruire. Musicalmente è un pezzo molto bello, molto ‘in your face’, con una intro molto melodica, un ritornello orecchiabile e un assolo ben contestualizzato. “
Childhood’s End” mi ricorda molto i Megadeth degli anni ‘90, 10 volte più feroci, ma con questi bridge super melodici e cantati come li canterebbe Mustaine: strozzati.
Qualche riempitivo c’è, almeno 10/15 minuti buoni potevano essere tagliati e non se ne sarebbe sentita la differenza, se non per lo spreco di spazio sul cd o sul vinile. “
We Stand Alone” e “
Rise Or Fall” ne sono l’esempio più palese.
La ambiziosa “
Into The Well”, che quasi sfiora i 6 minuti, è una delle canzoni meglio riuscite dell’album. Sicuramente la più varia, prevalentemente thrash classico, ma sfiorando territori di metal classico, arrivando fino a sembrare una perfetta colonna sonora per un GDR fantasy nella metà del brano.
Un album massiccio, a chi ha amato/ama un certo modo di fare Thrash metal, questo disco susciterà belle emozioni.
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