Graditissimo ritorno, quello dei tedeschi
Poverty's No Crime, da sempre un marchio sicuro per del prog-metal di qualità. Ed il qui presente "
A Secret to Hide" conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che il combo tedesco pubblica poco, ma pubblica bene, molto bene.
L'album è in pieno stile
P'sNC, ossia molta melodia, chitarre grosssissime, ed un prog-metal emozionale e struggente, qualcosa a cavallo tra Fates Warning, Vanden Plas, un pizzico di Queensryche, ma se non li avete mai ascoltati dovreste assolutamente provvedere, i paragoni lasciano sempre il tempo che trovano, e invece questa band dalla carriera pluridecennale merita eccome.
Ma andiamo al succo. Il nuovo album si apre con una bellissima "
Supernatural", forse il mio brano preferito del lotto, plastico showcase di quello che i Poverty's No Crime sono oggi (ma sono sempre stati): classe, melodia, perizia tecnica mai sfoggiata a vuoto, riffing solido e tanta attenzione alle linee vocali, anche lì sempre sotto controllo, senza inutili bisogni di strafare. I brani sono mediamente lunghetti ed articolati, presentando bei saliscendi, sempre sostenuti da tanta sostanza e pochi fronzoli; lo potrete notare, tra le altre cose, dal ridotto numero di assoli, lasciati SOLO dove servono, e non disseminati a mò di riempitivo sulle varie tracce.
Le canzoni sono coinvolgenti e piacevoli, a costo che si possa e si voglia dedicare il giusto tempo a questo album, che vuole crescere nelle vostre orecchie con calma, senza soluzioni facili e senza stupire come se fosse uno sport; quando la musica è ben fatta, si prende il suo tempo, soprattutto in area progressive... per me è una garanzia di qualita. E la produzione di
Simone Mularoni è un plus mica da ridere, in quanto rende il sound potente ma sempre "morbido" e avvolgente.
I miei pezzi preferiti al momento? La già citata "
Supernatural", la bellissima "
Flesh and Bone", "
Grey to Green", ma anche la monumentale e conclusiva "
In the Shade", e sono sicuro che domani cambieranno.
Insomma: uno dei gruppi prog più sottovalutati della scena continua a sfornare dischetti deliziosi, io fossi in voi non me li lascerei passare così sotto il naso.