L'opera prima dei losangelini
Trope è un album molto "americano", nei suoni, nell'appeal mainstream, nelle suggestioni post-grunge ma anche nella ottima produzione; d'altronde basta dare un'occhiata ai credits: c'è gente del calibro di
Mike Fraser,
David Bottrill e
Ted Jensen dietro "
Eleutheromania", quindi di sicuro stiamo parlando di un debutto nell'alta società. E poi, quella copertina, potrebbe essere un grosso rischio o una dichiarazione di intenti, visto che "
Animals", soprattutto per chi vi scrive, è un oscuro capolavoro mai abbastanza apprezzato...
Di base, la band ruota intorna alla voce e all'immagine della singer
Diana Studenberg, ed ha già alle spalle una gavetta di tutto rispetto. L'album è molto emozionale, e sin da "
Lambs" punta molto sull'interpretazione di Diana, che colora il pezzo mentre una band solida porta avanti il brano. Saliscendi emotivi conditi da accenni prog, sempre inseriti con intelligenza, con un drumming carico e molto respiro nelle varie tracce. Da segnalare l'ennesima cover di "
Shout" che intelligentemente riprende l'originale dei Tears for Fears ma anche un paio di riff dalla strafamosa verisone dei Disturbed, a cui i Trope amano strizzare l'occhio, soprattutto sul taglio di alcuni riffs.
I brani si aggirano tutti sui 3-4 minuti, concedendo facile airplay a canzoni che poi tanto semplici non sono; potreste sentirci echi dei Porcupine Tree, un pò della claustrofobia dei Tool, il tutto però declinato in un contesto mainstream e più fruibile. Interessante, decisamente non da primo ascolto.
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