Prima di iniziare la mia disanima del nuovo
"Amusia" di
Asofy, chiedo perdono alla one man band italiana per il grandissimo ritardo, dipeso da diversi fattori che non credo interessino ai nostri lettori, con il quale pubblichiamo la recensione di un lavoro che, esattamente come quelli che lo hanno preceduto, mostra la vitalità di un progetto particolare e molto ostico da "affrontare".
Con il capo cosparso di cenere, dunque, mi approccio al nuovo lavoro di
Tryfar, polistrumentista e grafico della
Avantgarde Music, il quale, proseguendo nel suo percorso di ricerca sonora, ci offre otto nuovi brani imperniati, a livello tematico, intorno al libro Musicofilia di Oliver Sacks, in cui il neurologo esplora i fenomeni psico-fisiologici e il loro collegamento del tutto particolare con la musica, e, a livello sonoro, basati su una sorta di mix difficilmente inquadrabile a senso unico dal momento che
"Amusia" spazia dal doom, all'industrial, dal dark metal, al post rock, passando per "reminiscenze" estreme al fine di consegnarci un prodotto freddo, quasi asettico, oscuro, inquieto e, come dicevo all'inizio, ostico da affrontare.
Asofy, certamente, non fa niente per risultare appetibile alla massa, ma ci regala emozioni, disturbate, con un album dal taglio quasi da colonna sonora e dalle atmosfere dal vago sapore di improvvisazione nelle quali
Tryfar canta, anzi sussurra, la sua inquietudine e dipinge un tessuto musicale destrutturato, quasi caotico, ma costantemente capace di attirare l'attenzione come se i Blut Aus Nord più sperimentali, a mio avviso ispirazione per il Nostro, avessero voluto cimentarsi in una proposta dal sapore dei primi del Novecento... ammesso che le mie parole possano avere un senso.
"Amusia" non sarà, e non può essere, un album indicato per un ascoltatore distratto o legato a vincoli stilistici ben delineati, ma è sicuramente una esperienza sonora che vale la pena di essere vissuta in completo isolamento per coglierne ogni sfumatura, grigia, ed ogni distorta inflessione.
Spero in tanti provino a dare una possibilità ad un artista molto particolare.
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