Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:46 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. BETTER THAN LOVE
  2. ALL OF IT
  3. ROCKET ON THE RADIO
  4. GET IT ON
  5. TOO LATE FOR LOVE
  6. DEFENDER OF THE HEART
  7. BALL N' CHAIN
  8. MIDNIGHT RENDEZVOUS
  9. DIE IN THE NAME OF LOVE
  10. DEAD END STREET

Line up

  • Chez Kane: vocals

Voto medio utenti

Metal e universo femminile, un connubio che storicamente non ha mai risparmiato pregiudizi e diffidenze, mentre leggermente meglio è andata quando si è trattato di accostare la versione più melodica del “rock duro” con "l'altra metà del cielo".
Dalle pioniere Pat Benatar, Ann e Nancy Wilson, Fiona e Robin Beck, la rivalsa delle donne in un genere tradizionalmente maschile ha conosciuto momenti di grande pregio e successo, e se tiriamo in ballo i nomi di tali seminali rockeuses, è proprio perché è a quel “mondo” che si rivolgono Chez Kane, vocalist britannica dalle notevoli qualità espressive, e Danny Rexon (Crazy Lixx), che produce e contribuisce alla scrittura di questo “Chez Kane”.
Il risultato è un godibilissimo tributo all’hard ottantiano, composto e interpretato con buongusto e intelligenza, ovviamente poco “sorprendente” e tuttavia piuttosto appassionante per chi ama queste sonorità.
Se escludiamo “Ball n' chain”, una delle tante (troppe?) “figlie” di “You give a love a bad name”, il resto del programma evoca déjà-vu mai troppo “sfacciati”, capaci di stimolare la parte “nostalgica” di ogni appassionato del genere senza per questo apparire una parodia di tempi fatalmente irripetibili.
Merito, come dicevamo, di stesure melodiche sempre coinvolgenti e dell’ugola duttile della protagonista dell’opera, efficace sia quando si tratta di mostrare il suo lato più languido e sia laddove è la grinta a prendere il sopravvento.
Non è difficile, dunque, immaginare “Better than love”, una specie di fusione tra Bonnie Tyler (un’altra dei principali numi tutelari della nostra, mi sa …) e i Quarterflash, inserita nella colonna sonora di una pellicola fomentata dal famigerato “edonismo reaganiano”, oppure fantasticare, durante l’ascolto dell’anthemAll of it”, di essere tra le prime file di un concerto al Whiskey-A-Go-Go, magari mentre si attende la performance di Winger o Danger Danger.
Sensazioni che proseguono anche grazie al tocco Kiss-iano di “Rocket on the radio”, perfetta per scorazzare con i capelli (ad averceli …) al vento su una freeway californiana e alla sbarazzina “Get it on”, non lontana da certe cose delle Vixen.
Così, ecco che quando arriva il gioiellino “Too late for love”, felice interpolazione Starship/Heart, all’astante non rimane che capitolare di fronte a tanto compiacimento cardio-uditivo, appena affievolito dalla solo gradevole “Defender of the heart” e dalla già citata “Ball n' chain”, affetta da sintomi evidenti di BonJovi-ite, una “patologia” non invalidante ma che comunque condiziona l’effetto emotivo.
Midnight rendezvous” rivela il lato maggiormente metallico di Chez Kane, abile a “dominare” anche questa circostanza stilistica, sebbene personalmente la preferisca in situazioni meno sprezzanti, come accade nella melodia pulsante di “Die in the name of love” (pure qui, a tratti, vagamente Bon Jovi-esca) e nella conclusiva “Dead end street”, una ballata risolta con stile, integrando qualcosa della migliore Stevie Nicks nel ricco impasto ispirativo.
In “Chez Kane” non troverete nulla di “inesplorato”, eppure l’esito artistico dell’album è certamente di tutto rispetto, alimentato com’è da talento, cultura e da un’attitudine sincera, che porta a guardare con gioia un passato dalle peculiarità immarcescibili, evidentemente ancora molto radicate nel presente di tanti appassionati e frequentatori del settore.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 10 apr 2021 alle 14:03

Le Vixen (che adoro) riviste in chiave moderna, mi è venuta la pelle d'oca!

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