L'Heavy Metal frizzante e dinamico dei
Dawn of Silence mi accompagna con piacere durante l'ascolto del loro disco d'esordio, "Moment Of Weakness". I rimandi agli Iron Maiden sono subito evidenti, sin dall'opener "Hands Of Fate" (si faranno poi sentire con prepotenza sopratutto su "Point of No Return" e "Midnight"), eppure questa giovane formazione svedese rifinisce il tutto con quel tocco melodico e powereggiante tipico di parecchi gruppi provenienti dalla natia Svezia, come ad esempio gli Hammerfall (vedasi "Fire & Ice" o "Seven Gates").
Sono ben tre i Johansson presenti nella line up, di cui due (il chitarrista Mats ed il bassista Pelle) fratelli; si tratta ad ogni modo di quattro ragazzi cresciuti assieme e che sin dai tempi dalla scuola sono stati uniti dalla passione per l'Heavy Metal, che li ha portati ad incidere ben 5 demo, e che ora riescono a far confluire all'interno delle dodici canzoni racchiuse su "Moment Of Weakness".
Ma questi ragazzi sembrano avere anche i mezzi tecnici per farsi benvolere, le chitarre (emule della coppia Murray/Smith) sono ben affilate e scorrazzano che è un piacere, mentre la sezione ritmica mazzula quanto basta, inoltre il chitarrista Patrik Johansson fa ottime cose anche al microfono, sia quando si atteggia a Bruce Dickinson, sia quando si fa più graffiante, come gli riesce durante la priestiana "Long Time Dead".
Una produzione tosta e poco laccata, curata da Jonas Kjellgren (ha collaborato con Scar Symmetry e Centinex), che ben si adatta all'incedere spedito dei Dawn of Silence, rimane l'ideale per questo genere di sonorità, mentre lo è decisamente meno la copertina, anonima ed insignificante.
Così a dispetto della poca originalità presente nei suoi solchi, questo album si fa ascoltare con soddisfazione.
L'Heavy Metal domina anche "nell'alba del silenzio"
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