Grandi cambiamenti in casa
Betoken, e non limitati alla sola line up, ma anche per quanto riguarda l'indirizzo musicale intrapreso. Sono passati due anni dall’uscita del precedente The Gate of Nothing" e nel frattempo la formazione si è rinnovata al 50%, visto che bisogna registrare la fuoriuscita del drummer Daniele Giusti, del bassista Luca Bonomelli e del cantante Marco Sivo (anche nei Valas e Time Machine), compensati dall'ingresso di Raven (ex bassista dei Beholder e dei Derdian), dal cantante Francesco Ferreri (curiosamente è il chitarrista dei Valas) mentre sul seggiolino del batterista troviamo Giulio Capone (Bejelit e Drakkar), il quale si incarica anche delle tastiere. Così di coloro che avevano suonato su "The Gate of Nothing" sono rimasti i due chitarristi, Ivo Ricci e Michele De Ponti, e la cantante Eva Rondinelli (Dakrua).
Ma al di là delle "novità biografiche" quello che incide maggiormente su "Dead Soul Insomnia" è un sound mutato profondamente, che si distacca dalle soluzioni Power per dare maggior impulso a quelle Progressive, portando alla creazione di brani fortemente articolati, come ad esempio l'ottima "…and the Pain Will Be My Grave" (davvero valida la prestazione di Capone) e "The Land Of Mirrors", che non mancano nemmeno di quel marcato tocco Dark/Gothic che viene enfatizzato dalla presenza della sempre brava Eva Rondinelli. Sempre a proposito di voce, promosso a pieni voti pure Francesco Ferreri, in possesso di una voce calda e profonda, il quale, come già accennato, è anche il chitarrista dei Valas ed alla sua prima prova come cantante.
Dopo pochi brani è già evidente come non ci si trovi di fronte ad un album facile ed immediato, infatti, "Dead Soul Insomnia" ci ripropone una band che ha avuto il coraggio (e la capacità…) di cambiare. Non è da tutti e bisogna dargliene merito.
Scorrendo la nutrita (forse sin troppo) tracklist, non convince del tutto la sola "Alone", sopratutto per le linee vocali del chorus, mentre tra le altre si fanno apprezzare la veloce "No Fear" ed una "Never Hamper a Slayer" che deve molto ai Megadeth, ma non si tratta di una novità dato che già su "The Gate of Nothing" i Betoken avevano coverizzato la loro "In My Darkest Hour".
Come bonus track del disco troviamo infine "I C.An W.In", realizzata qualche tempo fa per la Italian Championship Wrestling. Ed allora, giusto per rimanere in tema, i Betoken anche se mostrano di non avere ancora il colpo del KO, lasciano comunque intravedere interessanti prospettive.
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