Di ritorni di band ritenute ormai perse solo nei ricordi, o che non pubblicassero album di inediti da parecchio, ce ne sono stati parecchi. Dagli Exhorder, agli Heaten, passando per i più blasonati Black Sabbath, agli Accept ad inizio 2010. Ma
“No Gods”, questo il titolo della nuova fatica dei
Nothing Sacred, non penso sia il disco che tutti aspettassimo con fervore. Con questo non voglio dire che non sia bello sapere del ritorno di una band la cui fondazione risale al 1983, e che magari in questi ultimi tempi riesce a portare un po’ di aria di nostalgia, ma il fattore dubbio c’è sempre.
Ammetto di non aver mai sentito parlare dei
Nothing Sacred, prima di stilare questa recensione, e ciò mi ha dato l’occasione di poter scoprire il loro primo disco risalente al 1988,
“Let Us Prey”, un buon prodotto con venature Thrash/Power che sicuramente non fanno balzare dalla sedia, ma che nel complesso risultano sicuramente più che godibili. Dopo la sua pubblicazione, la band avrebbe dovuto tenere un tour come spalla ai Megadeth nelle tappe australiane, ma tutto venne cancellato. Questo, ed altri motivi di stop, misero la band prima in uno stop temporaneo, per poi sciogliersi definitivamente verso l’inizio degli anni novanta. E solo nel 2015 la band si rimette in sesto, pubblicando poi nel 2021 questo
“No Gods”.
Diciamo che le sonorità non cambiano di molto rispetto al precedente lavoro, se non per una modernizzazione dei suoni e di alcune piccole cose qui e là. L’ascolto generale purtroppo risulta un po’ disomogeneo, poiché si passa da pezzi totalmente a caso come
“Virus” e
“First World Problems”, dove le idee sicuramente ci sono, ma sono espresse in una monotonia generale che fa saltare i pezzi per approdare ai successivi, andando ad altri come l’iniziale
“Final Crime” con un bel riff thrashettone sentito mille ed altre volte, ma che riesce a convincere, e la doppietta
“Ice” e
“Cult” dove finalmente si sentono degli assoli ispirati e che riportano l’attenzione generale in alto. Probabilmente una produzione meno pulita avrebbe giovato molto più ai pezzi, poiché
“Oracle” ha un tiro molto eighties, ma che risulta un po’ freddina a causa di come si è voluto registrare il disco.
“No Gods” non è un disco essenziale, e né il ritorno perfetto per i
Nothing Sacred. Ma rappresenta alla fine dei conti un disco che in alcuni momenti riesce a regalare alcuni momenti di entusiasmo, alternati ad altri dove l’ispirazione non è certo al top. Non bocciati, ma diciamo che la band poteva e doveva fare di meglio, sarà per la prossima volta..
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