Anaal Nathrakh - Total Fucking Necro (Reissue 2021)

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2021
Durata:49 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. ANAAL NATHRAKH
  2. NECRODEATH
  3. ICE BLASTING STORMING WINDS
  4. CARNAGE
  5. THE SUPREME NECROTIC AUDNANCE
  6. SATANCHRIST
  7. L.E.T.H.A.L.: DIABOLIC
  8. DE MYSTERIIS DOM SATHANAS
  9. THE TECHNOGOAT
  10. NECROGEDDON

Line up

  • Irrumator: guitars, bass, programming
  • V.I.T.R.I.O.L.: vocals

Voto medio utenti

L’anno prossimo il duo britannico degli Anaal Nathrakh festeggerà i vent’anni dell’uscita del secondo full.
Allora che ti combina la loro label, ovvero la Metal Blade? Ristampa per la nostra gioia i primi due album di questa creatura estrema.
Qui non troverete scarti, bonus tracks varie, ma tanta sostanza dove il black metal trattato con alchimie elettroniche diviene ancora di più letale e malsano.
Basta ascoltare l’opener che prende il nome dalla band; subito si viene aggrediti da blast beats digitali, frutto blasfemo tra la drum machine ed il caldo sulfureo del genere proposto.
Le chitarre a zanzarina sono tipiche del genere ma messe dietro la marcia ritmica forsennata mentre le urla animalesche di V.I.T.R.I.O.L. ci immergono in un mondo feroce e doloroso.
Necrodeath”, non è un omaggio alla band thrash/ black metal genovese ma ha la stessa malignità generatrice.
Brano diretto, senza fronzoli e ferocissimo dove riffing trattati industrialmente fanno un patto diabolico con la nera fiamma; qui abbiamo anche sfuriate in blast beat al calor bianco, sembra una creatura infernale colma di risentimento e rabbia.
The supreme necrotic audnance”, è un feroce attacco senza pietà, i riffing sono trattati come le vocals a tratti filtrate.
In secondo piano abbiamo delle orchestrazioni che rendono il tutto ancora più inquietante, c’è anche un piccolo elemento melodico con un solo di chitarra sepolto sotto il rumore devastante.
Per omaggiare i maestri Mayhem ecco che i nostri rileggono il capolavoro “De mysteriis dom sathanas”; il riffing è epocale e sfida il tempo, si sente ancora in tutta la sua malvagità.
Qui il brano è riproposto in maniera abbastanza personale; le vocals sono malate, psicotiche e bestali, non c’è sosta ma solo aggressività e distruzione.
The technogoat”, è puro industrial/ black metal, la fredda macchina che diviene carne con i riff nero organici.
Un’unione dissacratoria, fredda eppure scalda come l’inferno con rasoiate e ondate telluriche; sul finale ecco un riffone doom metal pesantissimo come il tempo che lo sostiene, acido e con vocals filtrate.
Dopo tutto questo ciarlare ha senso acquistare questa ristampa? La risposta è affermativa, perché questo album è un manifesto estremo che nonostante gli anni regge ancora.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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