Nell’ultima rivoluzione totale, datata tra il 2019 e il 2020, i
Massacre sono passati da monarchia costituzionale (con un ritorno di Rick Rozz) alla monarchia assoluta (Kam Lee is the new Luigi XIV) e sono scappati dalla band il chitarrista
Taylor Nordberg e il batterista
Jeramie Kling. I due hanno deciso di non buttare via tutto il materiale che hanno scritto per il nuovo album dei Massacre (con 14 tracce in totale, che sarebbe dovuto uscire lo scorso anno), ma pubblicarlo a nome proprio. Per le parti di basso hanno contattato
Terry Butler, che tra uno show in streaming e un altro degli
Obituary, ha deciso di prendere parte a questo progetto in cui qualsiasi cosa richiama alla sua prima band, appunto i
Massacre.
- Il nome del gruppo è lo stesso dell’ep dei Massacre del 1992
- Il font del logo è lo stesso usato in From Beyond
- La copertina non è disegnata da Ed Repka come quella di From Beyond, ma da Dan Goldsworthy, che però imita palesemente il primo
- Nel secondo brano troviamo un assolo di Rick Rozz, appunto chitarrista originale dei Massacre
Kam Lee ha accusato i due sopracitati di voler prendere le redini della sua band e hanno creato una band alla Massacre, più Massacre dei Massacre odierni.
‘
Rat°God’ si presenta come un ottimo disco death metal che potrebbe tranquillamente essere uscito nel 1992. Ci troviamo davanti ad un sound compatto e massiccio, in pieno ‘Morrisound style’. Un disco eterogeneo e coerente, si spazia tra momenti molto tirati e ‘blastbeattosi’ a momenti più cadenzati e dilatati. Kling (si, è il batterista che canta) adotta un growl molto parlato e scandito ma al tempo stesso straziante e sofferto. Ricordiamoci che questo sarebbe dovuto essere il quarto disco dei Massacre, e per forza di cose il riffing è quanto meno ispirato dai tre precedenti, in particolare il primo ovviamente. Però a dirla tutta non è un male, anzi, fa rimanere al sicuro la band, garantendole un buon risultato.
Non ci sono brani che spiccano particolarmente, nè in un senso nè nell’altro, l’album si mantiene su ottimi livelli per tutti i suoi 32 minuti. Forse il brano più memorabile e più prettamente ‘old style’ è l’ultimo “
Fait Accompli”, un pezzo molto Obituary per certi versi, molto godibile e pieno di cambi di tempo.
Non so dire se tutti questi diretti riferimenti ai
Massacre siano un bene o un male: da una parte comprendo la diretta genesi di questa musica e forse è giusto mantenerla palese. D’altra parte alla lunga potrebbe essere deleterio. Quanto può durare un gruppo nato per pubblicare musica scritta per un altro gruppo? Un disco e un ep? due dischi?
Fattostà che ci ritroviamo tra le mani un ottimo disco di death metal old skull, che non ha nulla da invidiare alle ceneri da cui è nato.
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