Il nuovo album dei tedeschi REBELLION è destinato a creare polemiche
I Nostri infatti hanno deciso di buttarsi in politica con testi ampiamente ideologici ( leggete i titoli ) che vanno a creare un concept che va dalla Rivoluzione Francese alla Seconda Guerra Mondiale.
Il messaggio che passa è che il razzismo e i nazionalismi devono essere eliminati dalle guerre, che l'Europa unita deve distruggere i nazionalismi e che "
We Are The People" ne è il manifesto musicale.
Politica a parte, il disco è un bomba di classix-power metal sulla falsariga dei migliori Grave Digger di cui il cantante Michael Seifert è un emulo anche migliore di Chris Boltendahl.
Il lavoro si apre con la canzone "
Risorgimento (Tear Down The Walls)" chiaramente ispirata alle gesta di Garibaldi ( e qui il mio orgoglio tricolore ha sussultato ) e si muove su coordinate musicali ben assestate con riff secchi, quadrati
e diretti ( "
Liberte', Legalite', Fraternite'", la bellissima, ferale e marziale "
Vaterland" supportata da un chorus in lingua madre), echi di battaglia li troviamo nella potente "
Sweet Dreams" e nella lunga ed articolata "
Verdun" .
Il clima cupo viene un po' stemperato dalla più catchy "
Ashes To The Light" ma si ripiomba subito nell'oblio con l'ottima, battagliera "
World War II"con tanto di solo centrale maideniano.
Un arpeggio misterioso introduce la cadenzata "
All In Ruins" mentre la titletrack, un up-tempo fra Maiden e Priest, chiude il disco con l'immancabile Anthem da cantare live.
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