Copertina 4,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:37 min.
Etichetta:Casket
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. NEO TESTAMENT
  2. HIT THE DIRT
  3. JOIN US
  4. VENGEANCE IS MINE
  5. DECONSTRUCTION
  6. CANCER
  7. PAIN
  8. AWAKENING
  9. AFTERMATH
  10. TIC

Line up

  • James Dodkins: guitar, vocals
  • Wes Davies: guitar
  • Stuart Beardshaw: bass
  • Alex Hannon: drums

Voto medio utenti

Questi quattro giovanotti inglesi non sono nient'altro che l'ennesimo gruppo che mischia la velocità tipica del rifferama thrash anni '80 con una voce palesemente derivata dall'hardcore, senza tralasciare soluzioni tipiche del metalcore, come ad esempio stacchi sincopati e break improvvisi, insieme ad alcune aperture melodiche del cantato.
Ora, già quanto detto finora dovrebbe bastare a scremare parte dei lettori: chi non ama il metalcore sicuramente avrà già cambiato pagina, mentre chi non è avverso a queste sonorità starà continuando a leggere per scoprire come sono questi Speed Theory. E allora completiamo l'opera, facendo scappare anche loro: sì, anche voi amanti del genere farete bene a lasciare stare "Hit The Dirt", perchè questo disco è appunto nient'altro che un album di metalcore, con tutti i pregi e i limiti che tale etichetta comporta. Il fatto è che questi quattro picciotti non inventano nulla di nuovo, e non si dimostrano in grado di comporre pezzi che coinvolgano o che perlomeno rimangano stampati in testa. Dopo aver ascoltato il disco più e più volte non sono riuscito a ricordare quasi nulla, se non qualche riff che però si perde nel marasma di inutilità che pervade questo "Hit The Dirt". Insomma, sentita una, sentite tutte, visto che la sensazione che si ha è quella di sentire la stessa canzone in loop dieci volte, cosa tutt'altro che positiva.
La produzione non è granchè, asciutta e secca, e non crea il muro sonoro che forse risolleverebbe almeno in parte le sorti del disco. Tuttavia, se le idee alla base scarseggiano, i suoni cristallini e potenti possono fare ben poco.
Un disco di normalissimo metalcore, anzi, direi ben al di sotto della media qualitativa a cui gli standard del genere ci hanno abituati. Insomma, se doveste trovare questo dischetto nel vostro negozietto di fiducia e per caso fosse tentati di spendere soldi per "Hit The Dirt", vi prego lasciate stare. A meno che non vi serva un sottobicchiere nuovo o qualcosa con cui far giocare il vostro cane. L'unica cosa che salvo è la capigliatura stile Disco Stu del cantante. Troppo tallo!!!!
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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