Si erano perse le tracce dei
The Flaming Sideburns, band di Helsinki fondata nel lontano 1995 dal cantante
Jorge Eduardo "Speedo" Martinez, di origini argentine ma trasferitosi in Finlandia per motivi famigliari. Per una decina di anni (1997 - 2007) il gruppo ha prodotto una serie impressionante di singoli, split, ep, live, compilation, nonchè quattro full-lenght. Una discografia sovrabbondante nel segno della più classica tradizione garage-punk rock, lo stile da sempre propugnato dagli scandinavi. Però, dopo l'uscita di "Keys to the highway" (2007, Bitzcore) la band è praticamente scomparsa dalla circolazione, tanto da far pensare ad un definitivo scioglimento.
Invece, in questo 2021 ancora segnato da lockdown e coprifuoco vari, ricompaiono più pimpanti che mai.
Il nuovo lavoro si intitola "
Silver flames" ed esce per
Svart Records.
Nulla è cambiato rispetto al passato, si conferma la consolidata miscela di high-energy rock'n'roll, derive garage e punk, orecchiabilità catchy ed immediatezza alcolica. Schemi semplici, diretti, asciutti, che fanno battere il piedino ed ondeggiare il capoccione. Rock ruvido, quasi grezzo, ma con attenzione maniacale agli aspetti melodici ed accattivanti. Non c'è dubbio che l'influenza dei The Hellacopters (con i quali condivisero uno split nel 2001), dei Glucifer, dei Peter Pan Speedrock e di tutta la scuola hard-garage di fine millennio, sia ben presente nel sound dei TFS. Rock ritmato e sudato, con linee vocali memorizzabili, buoni ritornelli e manciate di assoli hard rock inserite nei punti giusti. Questo è quanto intendono dare i finnici, questo è quello che danno.
Così possiamo gustarci episodi di garage sguaiato e no frills come la title-track, "
Soulshaking" o "
Freak out", con il loro evidente retrogusto punkettone fine '70, ma anche momenti orecchiabili ed ammiccanti ("
Perfect storm", "
Neverending") dove fa capolino l'animo più romantico del gruppo, rockacci dai ritornelli radiofonici e dal tiro sostenuto e vitaminico ("
Song for Robert") e nel finale perfino qualche momento alternativo, come le morbide e sixtiees "
Nibiru" e "
Trance-nochè" (cantate in spagnolo) dalle suadenti vibrazioni nostalgiche e vagamente acide alla maniera dei Baby Woodrose o dei Vibravoid. Altro brano che si distacca dai canoni usuali degli scandinavi è la fumosa e psichedelica "
Reverberation", un bel rock stroboscopico molto catchy-groovy che ci riporta indietro al tempo della garage-psichedelia degli albori. Vocals effettate, pennellate lisergiche, atmosfera avvolgente, canzone molto indovinata.
Un ritorno convincente per una formazione onesta e piacevole. Canzoni che scorrono bene, magari senza hit clamorosi, ma con una freschezza più che sufficiente da parte di veterani con più di vent'anni di musica alle spalle. Buon vecchio rock sanguigno e melodico, ritmato e passionale, consigliato per scrollarsi di dosso la pesantezza della vita quotidiana.
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