Tra gli effetti della pandemia globale che ormai perdura da oltre un anno e mezzo, c’è anche una sorta di campagna promozionale perenne per tutta una serie di pubblicazioni fatte durante questo infausto periodo e che tra le altre cose, vede recapitare in redazione dischi anche con un certo numero di mesi sulle spalle.
“Season of the Witch Chapter Two” degli
Arteaga infatti è uscito il 4 maggio per la
Interstellar Smoke Records (bel nome, label da seguire!).
Ma chi diamine sono gli
Arteaga? Beh, la domanda sorge spontanea visto che questo nome non è esattamente noto nelle nostre lande: spulciando un po’ per la rete in cerca di informazioni sul loro conto scopro così essere un nome anche piuttosto noto di tutto l’underground Stoner/Psych/Acid Rock che in patria (il Cile) ha un certo seguito. Sul loro
bandcamp poi ci rendiamo perfettamente conto che siano pure molto prolifici, con molti singoli, alcuni live, ep e pure un bootleg.
“Season of the Witch Chapter Two” subito si presenta in maniera particolare: la bella copertina infatti è una reinterpretazione/citazione andina della copertina di quella pietra miliare della musica Pop e Rock qual è
“Pet Sounds” dei
Beach Boys (1966), album a dir poco
fondamentale, al di là dei (sacrosanti) gusti personali. Quando si parla di Stoner/Psych/Acid Rock i
Beach Boys non sono esattamente tra i primi nomi che vengono in mente, quindi la curiosità sale.
Una curiosità che è ben ripagata: gli
Arteaga è vero che fanno un sound debitore di un certo modo di intendere il Rock fatto di trip lisergici e sostanza psicotrope il tutto immerso in sonorità retrò e scenari satanici.
Il loro Rock acido dalle tinte Garage/Rock ‘N Roll grazie ad una bella spennellata dai sapori andini e ad atmosfere si esoteriche, ma riviste sotto un’ottica cilena, ha così una forza ed una freschezza sorprendenti: i pezzi più lunghi sono dei trip minimali che si contorcono nella mente dell’ascoltatore tra riffs ripetuti con una certa andatura mantrica, disgressioni acide, alcuni sinistri samples audio e l’utilizzo intelligente di synth psichedelici a volte coadiuvati da effetti vari e da un sax etereo, mentre i pezzi più brevi sono diretti e in your face, con una squisita carica R’nR che dà una certa energia in questi frangenti.
La voce del cantante potrebbe far storcere il naso a più di qualcuno con la sua timbrica molto pulita e leggermente nasale, ma anch’esso dona personalità al gruppo grazie anche all’uso dello spagnolo come lingua che inevitabilmente dà un sapore molto differente dal più classico inglese.
“Season of The Witch Chapter Two” rischia di essere tra le principali sorprese in ambito Acid/Stoner/Psych di questo 2021, con gli
Arteaga che vogliono dimostrare non solo di essere i principali protagonisti della scena alla quale appartengono, ma di non essere dei banalissimi cloni di questo o quel nome storico.
Per tutti gli amanti delle sonorità Psichedeliche e vintage, questa quarantina abbondante di minuti saprà regalare dei gran bei momenti, quindi date fiducia a questi quattro musicisti e ascoltate questo lavoro senza tanti indugi.
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