Arriva il tanto strombazzato debutto discografico dei
Mammoth WVH, al secolo "
er fijo de vanalen". Con un macigno di nome così sulle spalle, con la scomparsa recente del padre, penso seriamente che
Wolf sia l'incarnazione del concetto di 'ansia da prestazione'. E, devo essere sincero, anche io lo aspettavo al varco per bastonarlo per un qualsiasi motivo, dal fatto di aver scopiazzato i sacri licks del padre, all'aver cacciato fuori un dischetto senza palle, super prodotto e commercializzato per il cognome e non per la sostanza, aggiungete pure voi altri motivi di pregiudizi inutili. E INVECE.
Partiamo dalla fredda cronaca: "
Mammoth WVH" è un album di 58 minuti con 13 tracce più una bonus track, quella "
Distance" inevitabilmente dedicata al padre, e che Wolf non avrebbe nemmeno inserito nell'album, se non fosse stato per la label. 14 brani quindi, dove il nostro eroe suona TUTTO, e lo suona dannatamente bene, e canta anche, sfoggiando una voce moderna, sonora, che ben si sposa con la proposta musicale di questo disco, a cavallo tra hard rock americanissimo, puntatine nel metal classico, aperture melodiche ben dosate, ed un sound che mi fa pensare a qualcosa dalle parti degli Alter Bridge, con delle chitarre sempre molto grosse a condurre i giochi e ottimi giochi con le armonie vocali.
I brani convincenti ci sono, non saranno tutti, ma di certo il livello è molto omogeneo e non presenta particolari cali di tensione. Mi è molto piaciuta l'opener "
Mr. Ed", molto 'storta' nel riffing, poi "
Mammoth" che è proprio l'emblema di quanta ricerca sonora ci sia in sto disco, ma la lista si allunga di ascolto in ascolto.
Devo ammettere di essere partito prevenuto anche io, ma devo dare a cesare quel che è di cesare: "
Mammoth WVH" è un bell'album, sicuramente moderno e radio friendly quanto volete, ma suona bene ed è suonato molto bene. E bravo er fijo.
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