Un bel disco, non c'è che dire, quello che mi trovo ad ascoltare e a recensire in questa sede, tale "The Warchitect" dei tedeschi Contradiction. Sinceramente prima di far partire il cd nel mio portatile le mie impressioni su questo album non erano granchè positive, ma proseguendo con l'ascolto devo dire che questo gruppo mi ha veramente sorpreso. Intendiamoci, nulla di scandalosamente stupendo o di sorprendentemente innovativo, semplicemente un bel dischetto di thrash melodico.
Metto il cd nel computer, lo faccio partire e...ODDIO HO MESSO REIGN IN BLOOD DEGLI SLAYER!! E invece no! Ma l'attacco di "Your God" non può non riportare alla mente quel pezzaccio thrash che corrisponde al nome di "Angel Of Death". Ma è solo la sensazione di un attimo, basta poco e la canzone si sviluppa su binari ben diversi da quelli slayeriani: le due asce, prerogativa esclusiva di Oliver Lux e Oliver Kamper, imbastiscono riff ben più complessi rispetto a quelli della premiata ditta King - Hanneman, senza cedere alla tentazione di strafare con strutture troppo complesse o arzigogolate. Semplicemente non si accontentano di un'eccessiva monotematicità del rifferama, cercando di variarlo senza perdere di vista una linearità di fondo. Ed infatti il grande pregio di questo "The Warchitect" sta nel saper variare la propria proposta, che comprende sfuriate assassine in pieno stile thrash old school, midtempo martellanti, parti arpeggiate ed atmosferiche nonchè rallentamenti che inducono ad un headbanging quasi incontrollato e che non si lascia mai abbandonare al mero casino. Picchiare forte e duro sì, farlo in maniera deliberata no. E i Contradiction si rivelano maestri in questo: "The End Of All Things To Come", "The Warchitect", l'opener "Your God", l'anthemica "Thunderstorm" e "Thrash Metal" (un titolo, una garanzia) sono pezzi efficaci e ben composti, lungi dall'essere capolavori e dal voler esserlo. I Contradiction suonano solo thrash metal, e lo fanno pure bene...il resto non conta. Il gruppo rende anche omaggio ai Motorhead, con la cover di "Rock'n'Roll". Certo, la voce di Lux non è quella di Lemmy, senza quel tocco alcolico che la rende unica, ma a sentire il pezzo si prova una certa soddisfazione e si fanno quattro scapocciate in allegria senza troppe paranoie.
La produzione è veramente ottima, chitarre in primissimo piano a costruire un assalto frontale di grande spessore, ben sostenute da una batteria con suoni ottimamente definiti e incisivi, senza che questo vada in qualsiasi modo a sgretolare l'impatto d'insieme del disco.
Vi ripeto che non siamo davanti ad un capolavoro, quelli ormai sono già stati composti da altri, ma fa sempre piacere ascoltare un disco di onesto thrash metal in grado di conciliare la violenza degli albori con un senso melodico riconducibile ai Kreator ultima maniera ed alcune soluzione ritmiche moderne. E questi quattro tedeschi dimostrano di saperci fare. Bene così.
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