Il 2007 è l'anno del decennale dei Disbelief, e i nostri lo festeggiano con l'uscita del loro settimo lavoro a nome "Navigator", lavoro che continua a percorrere le strade intraprese con "Spreading The Rage" e perseguire con il successivo "55 Sick". Sono piuttosto lontani oramai i tempi del loro capolavoro "Worst Enemy" e il loro death metal monolitico e disperato oramai si è definitivamente contaminato con certe aperture alternative che continuano a rimandare a quanto fatto dai Korn, anche se a onor del vero il gruppo cerca sempre un minimo di rinnovarsi e di introdurre qualcosa di nuovo che permetta di mantenere una certa dose di freschezza e di ispirazione nelle loro canzoni. In realtà le differenze con il già summenzionato "66 Sick" non sono molte, l'iniziale titletrack ricalca negli arrangiamenti e nella struttura del brano l'iniziale "66" del disco precedente, mentre "The Thought Product" incorpora quegli elementi new metal diventati tanto cari alla band. Gli elementi di innovazione si possono trovare nella inusuale velocità di "It's Simply There" e nella recuperata delicatezza delle melodie di "Falling Down". Qua e là fanno capolino voci filtrate in stile Marilyn Manson, che si sommano a vocals pulite e al solito growl urticante Jäger, sempre a metà strada tra John Tardy e Chuck Schuldiner. Globalmente però le canzoni del lotto soffrono di mancanza di amalgama e più in generale di un certo calo qualitativo rispetto al passato, pur rimanendo sui livelli di un'ampia sufficienza. I Disbelief meritano comunque di essere presi in considerazione, mi raccomando dateci un'ascoltata.
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