Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:40 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. DESTINY CALLING
  2. BILLY IS ON THE RUN
  3. MIRACLE MILE
  4. WE ARE ONE
  5. LONG LIVE THE SOULLESS
  6. JULIA'S SMILE
  7. SIGN OF LOVE
  8. HOLD ON
  9. FROM THE HEART
  10. ETERNAL DREAM
  11. ROAD TO PARADISE

Line up

  • Gui Oliver: vocals
  • Rolf Nordstorm: guitars
  • Alessandro Del Vecchio: bass, keyboards, backing vocals
  • Nicholas Papapicco: drums

Voto medio utenti

La scheda di presentazione dell’opera riferisce di amicizia, stima e voglia di collaborare, ma sono sicuro che i “maligni” si affretteranno a parlare di “premeditazione” ed ennesimo inerte rimescolamento del ricco e invidiabile roster della Frontiers Music.
Personalmente, non potendo contare sulle “certezze” che invece sembrano sorreggere molti cattedratici, lascio che l’unico “giudice” della situazione sia il mio “solito” fedele apparato cardio-uditivo, il quale senza troppi sofismi, durante l’ascolto di “Mayank” mi comunica piacevolezza e un certo appagamento, seppur in assenza del benché minimo “stupore”.
Il risultato della collaborazione tra Gui Oliver (Auras, Landfall), Alessandro Del Vecchio (l’elenco è troppo lungo …), Rolf Nordstorm (Perfect Plan) e Nicholas Papapicco (Robin McAuley, Inner Stream, Toby Hitchcock, …) è “semplicemente” un bel disco di AOR Journey-esco da consigliare istantaneamente a chi venera i Maestri americani e pertanto ha apprezzato anche i migliori “transcodificatori” della loro immarcescibile lezione artistica.
Così, se, utilizzando similitudini molto prestigiose, The Storm, Hugo, Two Fires e Bad English, fanno tuttora vibrare vorticosamente le vostre corde sensoriali, ritengo che anche in quest’albo a nome Mayank Feat. Gui Oliver troverete materiale sonoro adatto a sollecitare un’adeguata benefica oscillazione delle suddette.
Del resto, la nota vocazione Perry-ana (a cui si aggiungono influssi di Jon Bon Jovi, Eric Martin e Jimi Jamison) dell’ugola di Oliver poteva rappresentare un “indizio” importante, mentre il resto lo fa una serie di composizioni sempre piuttosto ammalianti, ben assecondate dalla chitarra “educata” di Nordstorm e da un complemento esecutivo di notevole valore e riconosciuta sensibilità.
Insomma, una situazione che rende elegante e mai fastidioso anche il “tributo” più evidente (“We are one”, per esempio …), all’interno di un programma privo di vere controindicazioni e in cui tuttavia si stagliano “Destiny calling”, “Billy is on the run”, “Miracle mile”, "Hold on” (veramente bella …) e “Road to paradise”, tutti brani assai emozionanti e coinvolgenti.
Julia's smile” e “Sign of love”, infine, sono ballate di cui John Waite e lo stesso Perry sarebbero fieri, e qualora il vostro cuoricino non s’illanguidisca di fronte a tanta passionalità, suggerisco un immediato check-up emozionale.
Null’altro da aggiungere, direi, se non raccomandare “Mayank” a tutti i gli amanti del genere, di quelli che nelle scelte si fanno guidare solo dalle emozioni e non badano ai pregiudizi e alla superficialità diffusa di troppi sedicenti melomani.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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