Diciamocelo chiaramente,
Tim Rowland (mastermind unico del progetto
Alchemy of Flesh, sembra che ci sia un combo rodato, ma non è affatto così) è uno di noi. Un ragazzo che ama visceralmente il death metal floridiano, che idolatra letteralmente le creazioni contorte di
Trey Azagthoth e che ama passare ore a giocare a Tomb Raider II, Quake, Silent Hill, a leggere i racconti di Lovecraft e che conosce ogni singolo fotogramma della saga di Hellraiser.
Tutte queste passioni sono confluite nell’lp di debutto intitolato
“Ageless abominations”, in cui il buon Tim crea un corposo, sulfureo e magmatico death metal in cui anche l’orecchio meno allenato non può non riconoscere l’Angelo Morboso dei capitoli
“Formulas Fatal to the Flesh” e
“Gateways to Annihilation”.
Un lavoro derivativo certo ma che è dannatamente efficace e coinvolgente, in cui emerge l’abilità di
Rowland di replicare (rasentando la clonazione) lo stile di
Trey Azagthoth. Arrivo a dire che la band floridiana avesse rilasciato qualcosa di assimilabile al presente
“Ageless abominations” al posto di
“Illvd…” ci saremmo evitati il travaso di bile.
“Ageless abominations” gira che è una meraviglia e le sue nove gemme splendono di nera luce, ma da vecchio cuore (death)metallico credo che la tripletta centrale “
Knotters of entrails”, “Sleeping chaos” e
“Lava storm” sia quella che puntelli il cd in maniera decisa evitando il rischio di un pericoloso calo di tensione.
Un disco che farà felici i nostalgici dei
Morbid Angel dei tempi che furono, ma che una volta passato l’inevitabile effetto nostalgia mette in mostra un death metal vero e con gli attributi.
P.S.: dimenticavo di dirvi che la cover è opera di un “certo”
Mike Browning (e se non sapete chi sia cospargetevi immediatamente il capo di cenere)
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