Ci sono tante buone ragioni per questo "nuovo" album dei
Gamma Ray ma ce ne sono due che sono cattivissime e che giustificano il voto che vedete in calce a questa recensione.
Iniziamo dagli aspetti positivi: è sempre bello ascoltare zio Kai, e sebbene ormai a piccole dosi ed un po' sofferente (ahi, quanto hai maltrattato le tue corde vocali) la sua voce così sguaiata e carismatica che mi ha formato sin da "
Walls of Jericho" fino perlomeno a "
No World Order!", un poco sottotono rispetto ai predecessori ma pur sempre un disco che ho consumato prima del baratro, è ormai parte della mia mente e del mio cuore metallico ed è sempre una gioia ascoltarla.
Mettiamoci poi la setlist, che pesca un po' da ogni parte con abbondante soddisfazione, dalle "nuove" come "
Dethrone Tyranny", "
New World Order", le recentissime (sette anni fa) "
Avalon" e "
Master of Confusion", fino alle immortali "
Rebellion in Dreamland", "
Land of the Free", "
Lust for Life" o "
One with the World" o le lunghe suite "
Armageddon" o "
Heading for Tomorrow" che già da sole sfiorano la mezz'ora di durata.
E mettiamoci pure la presenza di un
Ralf Scheepers che quando entra a cantare i "suoi" pezzi ha una potenza di fuoco impressionante, constatata peraltro live dal sottoscritto appena prima della pandemia; capelli a parte (che per inciso per molti non erano proprio il suo punto di forza, insieme al gusto nel vestire negli anni '90), il tempo per il buon Ralf non sembra affatto essere passato.
Insomma, 95 minuti che sembrano un'eternità ma che passano veloci veloci e con piacere grazie a tutte queste caratteristiche.
Allora perchè, per il sottoscritto, questo album non ha motivo di esistere?
Ci sono due motivi, uno assolutamente soggettivo e l'altro un po' meno; andrò diretto al punto.
Frank Beck NON mi piace, ma manco un po'.
Non mi ha fatto nulla, sarà una persona splendida, ma la sua presenza nei Gamma Ray è inutile, non apporta nulla e non è significativa. Già qualsiasi prestazione vocale che non sia quella di Hansen ha poco senso, ma a sto punto è sempre meglio sentire Scheepers che ci ha inciso tre album - splendidi - piuttosto che Beck che peraltro deve praticamente intervenire ogni qualvolta i registri salgano e divengano ormai impossibili per l'ugola distrutta di Hansen.
Insomma, per farla breve, quando canta Beck mi scende proprio l'entusiasmo.
Ma mai quanto sprofonda quando finiscono i brani... perchè, chissà se lo sanno tutti, questo live è in realtà un finto live, non nel senso che è stato manipolato, in cui sono state enfatizzate delle parti e sistemate delle altre... è che proprio manca il pubblico, è stato registrato l’anno scorso a Dusseldorf durante la pandemia e trasmesso in live streaming via web davanti ai tecnici e pochi altri, peraltro con l'iniziativa ridicola di aver aggiunto in maniera posticcia le (poche) voci del pubblico inviate via audio file dagli stessi fan... Insomma, che live è?
Già la versione audio fa tristezza, non parliamo di quella video (dvd o streaming che sia), mi ricorda
Hansi Kursch dei
Blind Guardian che di fronte ad una platea vuota davanti alle telecamere aizzava le folle....che stavano a casa a guardarsi il concerto dal pc della cameretta.
Ora, capisco la volontà di festeggiare il 30ennale, capisco pure le casse ormai vuote dei Gamma Ray, fermi dal 2014 ed ormai totalmente assorbiti perlomeno nella persona di Hansen dalla grande operazione revival degli
Helloween, ma sinceramente andare a giustificare un'operazione simile, con tutto il ben di Dio che proviene da tutto il panorama metal, partendo dalle band più giovani, underground e sconosciute fino a quelle più acclamate e note, lo trovo veramente fuori luogo.
Come ciliegina sulla torta, in negativo, ci mettiamo la completa assenza di un "Somewhere Out in Space", ma tanto ormai il danno era bello che fatto, anche se la qualità della registrazione e la prova tecnica della band, davvero di livello elevatissimo, comportano comunque un gradevolissimo ascolto.
Attendiamo il prossimo album in studio dei Gamma Ray, se mai ci sarà, o un
VERO live perchè, con tutto il bene e la comprensione, questo era meglio che lo facevano passare per un best of ri-registrato e ri-arrangiato con qualche ospitata che senza coinvolgimento e passione del pubblico non esiste alcun concerto dal vivo degno di essere chiamato (e venduto) in maniera tale.