Piccoli
blackster crescono…
…e crescono anche forti e in salute, a sommesso parere di chi scrive.
In tutta franchezza, i
Fluisteraars si erano già impadroniti del mio cuore grazie al precedente, notevolissimo “
Bloem”; nondimeno, fa piacere constatare che i Nostri non si siano affatto adagiati sugli allori, ma abbiano anzi ulteriormente affinato la loro miscela sonora.
Miscela che, ancora una volta, aggiunge alla solida base estrema ingredienti volti ad aumentarne l’elemento atmosferico, quali ad esempio mire
avantgarde, sentori psichedelici, accenni folkeggianti e, di quando in quando, echi
retro rock.
Nonostante uno spettro di influenze così ampio, la più grande qualità sino ad oggi messa in mostra dal combo olandese, a mio avviso, è proprio quella di saper progredire senza snaturarsi; di incorporare elementi “esterni” pur rimanendo saldamente all’interno dello steccato del
black metal; ancora, di veicolare tali elementi all’interno di brani sì lunghi ed elaborati, ma mai dispersivi o prolissi.
I due Sussurratori, dunque, si confermano compagine talentuosa, ispirata, matura (a dispetto della giovane età), che non vende fumo (a dispetto della provenienza geografica), ed il nuovo “
Gegrepen Door De Geest Der Zielsontluiking” (
google translate mi propone un “
Colto dallo Spirito dell'Anima in erba”, tanto per rimanere in tema) è lì a dimostrarlo.
Tre canzoni per oltre 35 minuti di musica complessiva, con l’ultima, “
Verscheuring in de schemering” (credo “
Lacrime al Crepuscolo”), che fagocita da sola oltre metà della durata complessiva.
Eppure, grazie a sapienza compositiva, gusto melodico ben oltre la media e quel
mood sognante e malinconico che costituisce il loro
trademark, i
Fluisteraars riescono -al netto di qualche sporadica perdita di focus- a mantenere altissimo il tasso d’attenzione dell’ascoltatore…
…o, perlomeno, di un ascoltatore non “occasionale” e non inestricabilmente avviluppato nelle spire del
metal in voga oggidì.
Per capirci: se la produzione di “
Gegrepen Door De Geest Der Zielsontluiking” non vi convince, temo dobbiate disintossicarvi dai suoni, tanto bombastici e cristallini quanto asfittici e privi di dinamica, che funestano buona parte delle nuove
releases.
Ancora: se la progressione di un brano come “
Brand woedt in mijn graf” (all’incirca “
Il fuoco infuria nella mia tomba”) non riesce ad emozionarvi, ho paura che il nuovo
album dei
Powerwolf abbia parzialmente compromesso i vostri condotti uditivi esterni e, ancor peggio, il vostro palato musicale.
Non disperate comunque: esiste un rimedio.
Due dosi giornaliere per almeno una settimana, in cuffia e fuori dai pasti, del nuovo
full dei
Fluisteraars.
Attenzione però: potrebbe creare dipendenza.
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