Copertina 8

Info

Anno di uscita:2021
Durata:non disponibile
Etichetta:Prosthetic

Tracklist

  1. MARTYRS
  2. STABBING SPIDERS
  3. L’APPEL DU VIDE
  4. PANIC DEFENCE
  5. HUSK
  6. VILIFIED
  7. WORTHLESS
  8. WOUNDS UPON MY SKIN
  9. INTERLOCUTOR
  10. MIRRORS ARE MORE FUN THAN TELEVISION
  11. SAVE THE DREAM, KILL YOUR FRIENDS
  12. COLLECTIVE UNCONCIOUS

Line up

  • Kate Davies: guitars & vocals
  • Josh Andrews. drums
  • Luke Fabian: bass & backing vocals

Voto medio utenti

I Pupil Slicer sono un trio, arrivano da Londra, e pare abbiano deciso di pettinarci per bene con questo furioso debutto.
La band parte dal grindcore folle e schizzato tanto caro ai primissimi The Dillinger Escape Plan, spostando il proprio raggio d'azione verso il mathcore più malato e malvagio.
La voce di Kate Davies, impegnata anche alle chitarre, è selvaggia, abrasiva, non concede un attimo di tregua se non nei rari momenti di "calma apparente", dove la band si lascia andare a sacche di liquidità quasi ambient, senza mai staccare completamente l'elettricità, permeando sempre e comunque le canzoni di una tensione spessa come le mura di un caveau.
Il fantasma della genialità di Mike Patton e dei suoi innumerevoli figliocci/dischetti, salta fuori qua e là, quando meno uno se l'aspetta, malvagia marmotta che esce dalla sua tana mandandoti ai pazzi, ma pure a fare in culo.

I Pupil Slicer sono sfrontatissimi, esagerati con gusto, violenti ma rassicuranti, paradossi che rappresentano una coperta calda e accogliente per il Linus sociopatico che alberga in tutti noi.
Valore aggiunto di questo lavoro è la sapiente alternanza tra brani """lunghi""" e schegge rabbiose, veloci e penetranti come proiettili di carne in un ipotetico connubio Brazzers/Natural Born Killers.

Nonostante una buona vena, il songwriting deve migliorare (ma questa è prassi per chiunque), perché l'irruenza quasi adolescenziale può far perdere la bussola e sarebbe un vero peccato per i Pupil Slicer perdersi (e perdere, quindi) dentro ad un potenziale che lascia presagire un futuro al fianco di nomi importantissimi (Converge, ad esempio).
Se il trio riuscirà a condensare queste varie anime all'interno di un'unica soluzione, avranno tra le mani il veleno perfetto per mietere migliaia di vittime.

Ma resta indubbio, questa urge precisarlo e ribadirlo, che "Mirrors" è già così un gran bel disco, un ottimo biglietto da visita (accompagnato, ça va sans dire, da rutti e dita medie come obelischi) e un punto di partenza per un viaggio in pessima compagnia verso l'inferno.
Farsi male, estrarre sangue dalle orecchie, ridursi a poltiglia, non è mai stato così facile e benefico.

Recensione a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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