Il Canada non si è mai dimostrato un Paese avaro nello sfornare artisti rock e metal, alcuni dei quali di assoluto rilievo; di certo non rientrano nel novero dei più noti gli
Hanker, band nata nel 1991 e autrice nel complesso di un ep omonimo (con cui avvenne l'esordio ufficiale) e di 5 dischi (l'ultimo risalente al 2010, dopo di che sui nostri è calato il silenzio e probabilmente anche il sipario).
Confesso serenamente che fino a qualche mese fa non avevo mai nemmeno sentito nominare questo gruppo; poi, complice la meritoria segnalazione di uno storico e valente membro della nostra gloriosa community, ho ascoltato un paio di brani estratti da
The Dead Ringer e l'amore è sbocciato all'istante, tanto da mettermi istantaneamente a caccia del cd che ho trovato - a essere onesto anche con un po' di fatica - solo ricorrendo al mercato dell'usato.
Di cosa stiamo parlando, inizierete a chiedervi?
Per farla breve mi limiterò ad affermare senza indugio che siamo al cospetto di uno straordinario esempio di purissimo heavy metal classico, riconducibile tendenzialmente ad un US power che miscela con sapienza tecnica e grinta, colorato da vocals incisive e mai banali, sospinto da una produzione che trovo perfetta nel dare il giusto rilievo al suono di tutti gli strumenti evitando però di eccedere in pulizia e artificiosità.
Il bilanciamento tra melodia e aggressività è mirabile, così come l'incastro di soluzioni e di scelte che regalano veri momenti di gioia ed esaltazione, dimostrandosi in grado di tenere alta l'attenzione dell'ascoltatore senza ricorrere ad effetti speciali tanto abbaglianti quanto inverosimili, come a dire: è tutto qui, davanti ai tuoi occhi, non c'è trucco e non c'è inganno.
Ma, fidatevi, è davvero tanta roba.
The Dead Ringer è stato pubblicato nel 1997, il che significa che ha visto la luce con una dozzina di anni di ritardo rispetto ad un'epoca aurea che, collocandosi nel biennio 1984-1985, assisteva alle prime prove sulla lunga distanza (quindi esclusi demo, ep e singoli) di
Vicious Rumors,
Metal Church,
Helstar,
Jag Panzer,
Armored Saint; avrebbe fatto il botto e portato fama agli Hanker se fosse uscito allora?
Non lo sappiamo e non lo sapremo mai, d'altra parte il discorso su artisti e opere che arrivano fuori tempo massimo e/o che restano misteriosamente avvolti (e soffocati) tra le spire dell'underground lo abbiamo fatto altre volte - sappiamo bene che alla fine "uno su mille ce la fa" - dunque non starò qui a riproporvelo.
Ed è proprio per questo, in conclusione, che ho ritenuto cosa buona e giusta portare alla vostra attenzione un'opera che a livello qualitativo non ha nulla da invidiare ai classici del genere, ai quali anzi può rapportarsi con orgoglio da pari a pari.
Secondo me dovreste dare una smozzicata, dubito fortemente che ve ne pentirete.
Recensione a cura di
diego