A tre anni dalla loro nascita, e a due dall’EP
“The Millenial Heartbeat”, i doomster tedeschi
Flame, Dear Flame irrompono sulle scene con il debut album
“Aegis”. La band decide di puntare il tutto, o quasi, su un lato musicale più naturalistico e intimo, rispetto ai temi cardine del genere, creando quindi anche un alone di originalità, perlomeno nel songwriting. A tutto ciò, viene dato moltissimo spazio nel disco, dove ogni nota può essere definita come un piccolo tassello di un enorme puzzle, un puzzle che arrivati a fine ascolto si mostra in tutto il suo fascino.
“Aegis” ha infatti come principale punto di forza la composizione dei singoli brani, mai scontata, mai ripetitiva, e soprattutto dove non vi è un elemento che sovrasta gli altri. Merito della produzione ad opera di
David Kuri, che ha svolto un ottimo lavoro dietro la console, e che è stato capace di donare all’album un bellissimo e nostalgico senso di deja-vu che ben si sposa con la proposta dei
Flame, Dear Flame.
La band ha deciso inoltre di dividere il platter in due, da una parte si ha
“The Millenial Heartbeath”, che si focalizza sulla nascita degli oceani e sulle forze della natura, divisa in tre parti, dove in ognuna di esse si susseguono la voce pulita e cristallina di
Maren Lemke, tanto delicata quanto piena di carisma, e i riff che riportano alla mente i Saint Vitus, in un viaggio musicale sul quale sarebbe un vero e proprio crimine mettere pausa. Dall’altra parte invece, divisa stavolta in quattro parti, vi è
“The Wolves And The Prioress”, che racconta la storia di un bambino che, scappato a una natura selvaggia, conduce la sua esistenza assieme a una priora di un monastero, sapiente e giudiziosa. Sempre forti di elementi Doom, in questa ultima parte i
Flame, Dear Flame aggiungono un tocco puramente folk, che fa capolino nella terza parte interamente acustica, e dove la band combina assieme a una composizione dei vari pezzi sempre ispirata, una scioltezza nel raccontare una storia basata non solo sulle parole dei testi, ma anche uditiva.
Sorprende quindi come
“Aegis” sia il primo full lenght dei
Flame, Dear Flame, ma vista l’enorme qualità presente in esso, è lecito aspettarsi da questi quattro musicisti tedeschi una maturazione che saprà sicuramente regalarci lavori sui quali difficilmente potremo rivolgere la nostra attenzione ad altro. Nell’attesa, che potrà essere di un anno, due, o anche cinque,
“Aegis” rimane un disco da ascoltare, con pazienza e curiosità, per scoprire di volta in volta un passaggio che sarà capace di regalare ulteriori emozioni.
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