Era abbastanza facile da immaginare (anche se il “dubbio” è sempre in agguato …) … arrivano i
The Night Flight Orchestra e ancora una volta spariscono magicamente ansie e preoccupazioni.
Un ruolo “taumaturgico” assolutamente non marginale, ed è anche per questo che consiglio caldamente l’ascolto di “
Aeromantic II”, se non proprio ai più irriducibili
headbanger, a tutti gli estimatori della musica
rock ad ampio spettro, “leggera”, limpida, subito assimilabile, divertente e (perché no?) ballabile, di quella però al tempo stesso durevole, ben lontana dalla superficialità di tanti suoni commerciali contemporanei.
“Roba” che ha una sua “genialità”, insomma, in un misto di
rock radiofonico “colto”,
prog,
pop,
disco-music e
synth-wave, capace di ispirarsi ai colossi del passato (Boston, Survivor, ELO, 10cc, Toto, Steely Dan, Styx, Doobie Brothers, …) senza perdere una sua spiccata personalità espressiva.
Una rarità, in una scena che fa del buon artigianato imitativo una peculiarità piuttosto diffusa, e che sorprende ed emoziona anche perché è veramente difficile, al sesto
full-length, continuare a mantenere sempre straordinariamente fresco e coinvolgente il proprio
songwriting senza ripetersi o mostrare segni di stanchezza, in un genere da questo punto di vista molto “pericoloso”.
Intelligenza, cultura e competenza sono dunque le caratteristiche principali dei nostri svedesi, nati quasi per “scherzo”, ma evidentemente intrisi di queste sonorità nel profondo delle loro anime artistiche.
Ancora una volta siamo di fronte ad un albo assolutamente privo di flessioni, sufficientemente variegato nelle traiettorie stilistiche e appassionante dall’inizio alla fine, forte di un
appeal tanto intenso quanto persistente.
Tredici folgori soniche istantanee e mai banali, che trattano la “nostalgia”
settanta/ottantiana con inusitata sagacia e un dosaggio degli ingredienti davvero accurato, a volte sfiorando il limite del
kitsch senza mai oltrepassarlo.
Pigiate il tasto
play e vi ritroverete inondati di colori e dei riflessi di luce tipici delle
mirror ball, a ballonzolare vestiti con le giacche di pelle e le camicie dai colletti
extralarge, sorvolati dalle navicelle dei Boston e della Electric Light Orchestra o mentre immaginate di diventare i protagonisti di una di quelle pellicole
hollywoodiane piene di retorica, riscatto e tenacia che ancora oggi ci piace tanto rivedere.
Il tutto trattato con innato buongusto all’interno di un programma, come anticipato, praticamente infallibile, a partire da una “
Violent indigo” che mescola i Survivor con i Genesis di “
Duke”, per poi proseguire con “
Midnight marvelous”, davvero “impressionante” per la sfarzosa forza pulsante della melodia e il
refrain “a presa rapida”.
“
How long” e “
Burn for me” sarebbero davvero perfette per le colonne sonore dei
film di cui sopra (la seconda, per esempio, la vedrei bene in un nuovo
remake di “
Footloose”) e se le atmosfere soffuse e la linea armonica irresistibile di “
Chardonnay nights” non vi si piantano irrimediabilmente nella corteccia cerebrale, significa che questi suoni non fanno per voi.
Con “
Change” ritorna il
pop-prog dei Genesis targati
Phil Collins, “
Amber through a window” ha il “tiro” della
disco-music e la sensibilità melodica dell’
AOR e “
I will try” aggiunge all’impasto un pizzico dell’anima
mainstream-soul dei Tears For Fears.
Riuscire a far convivere Depeche Mode, David Bowie, Abba e Starship in un unico brano non è un’impresa facile, eppure “
You belong to the night” raggiunge l’impensabile obiettivo, allo stesso modo con cui la notturna “
Zodiac” ha i mezzi (
ah, quel basso e l’avvolgente fraseggio
funky …) per far ballare anche il più refrattario a tale pratica.
L’arrembante “
White jeans” e il suggestivo
electro-pop “
Moonlit skies” rappresentano le ultime brillanti testimonianze di un disco che riporta il concetto di
easy listening alla sua migliore e più nobile accezione.
“
Metti un po’ di musica leggera, perché ho voglia di niente […]” recita un noto tormentone nostrano …
beh, se invece ambite a qualcosa che sappia rasserenarvi con vitalità e sagacia, e così garantire la copiosa produzione di un oculato miscuglio di serotonina e adrenalina, i
The Night Flight Orchestra e “
Aeromantic II” sono sicuramente la scelta giusta.