Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:45 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. QUEEN OF THE NIGHT (WHITNEY HOUSTON COVER)
  2. BARRACUDA (HEART COVER)
  3. MIDNIGHT SKY (MILEY CYRUS COVER)
  4. NUTBUSH CITY LIMITS (TINA TURNER COVER)
  5. BRING ME TO LIFE (EVANESCENCE COVER)
  6. FIGHTER (CHRISTINA AGUILERA COVER)
  7. I'M WITH YOU (AVRIL LAVIGNE COVER)
  8. I HATE MYSELF FOR LOVING YOU (JOAN JETT COVER)
  9. I AM THE FIRE (HALESTORM COVER)
  10. TIME AFTER TIME (CYNDI LAUPER COVER)
  11. UNINVITED (ALANIS MORISSETTE COVER)

Line up

  • Nathan James: vocals
  • Danny De La Cruz: guitar
  • Dan Stevens: guitar
  • Vinnie Colla: bass
  • Phil Beaver: drums, percussion

Voto medio utenti

Escludendo rarissime eccezioni, non amo particolarmente gli album di cover e anche la presenza di singoli remake all’interno di produzioni discografiche inedite non riesce quasi mai a giustificare, nelle mie valutazioni, la sua produttiva sussistenza.
Sono però rimasto molto incuriosito dalla scelta degli Inglorious di dedicare un intero full-length alle cantanti e ai gruppi female fronted che ammirano e che li hanno influenzati nel loro percorso artistico.
Decisione temeraria e lodevole (anche perché i ricavati sono destinati alla Women’s Aid, l’associazione inglese contro gli abusi domestici su donne e bambini), che pone, innanzi tutto, la portentosa ugola di Nathan James di fronte ad un test tutt’altro che agevole.
Confrontarsi con vocalità femminili e poi tentare di appropriarsi di pezzi (più o meno) noti è pertanto la sfida principale con cui deve fare i conti “Heroine” e ancor prima di testare i contenuti sonori dell’opera, è necessario rilevare la varietà stilistica delle selezioni, evitando la facile “gigioneria” che spesso contraddistingue tali iniziative.
All’ascolto, poi, non si può che confermare per gli Inglorious un ruolo da protagonisti della scena hard-rock odierna, dotati di un talento, una tecnica e una sensibilità davvero “speciali”, con quest’ultima che si staglia prepotentemente proprio in questo programma dove la misura tra devozione e carisma è messa a dura prova.
Ebbene, i brani conservano la loro riconoscibilità originale e al contempo non scadono mai in una sterile parodia, straordinariamente pilotati da una voce in grado di adattarsi alle diverse circostanze e, assieme al resto della band, dominare le canzoni, come accade nell’openerQueen of the night” di Whitney Houston, sottoposta a un oculato trattamento di “tempra”, un po’ alla maniera di Whitesnake e Glenn Hughes.
Barracuda” e il suo riff immortale sono scolpiti nella memoria di ogni rocker degno di tal nome e tentare di “aggiungere” qualcosa alla perfezione è pretenzioso e improponibile … non rimane che omaggiarla al meglio, anche grazie alla prestazione monstre di un James in stato di grazia.
Midnight sky” di Miley Cyrus dimostra che gli Inglorious se la sanno cavare egregiamente anche con il pop, ma è anche evidente che forse sono maggiormente a loro agio con una “Nutbush city limits” di Tina Turner, in cui poter dare sfogo alla loro innata attitudine blues n’ soul.
Bring me to life” degli Evanescence desta nuovamente qualche perplessità … anche qui nonostante la sentita interpretazione, mi pare di cogliere un certo imbarazzo espressivo, cosa che non succede né con “Fighter” di Christina Aguilera e né nello struggente hit firmato Avril LavigneI'm with you” (bello il tocco rootsy), in cui il gruppo britannico riprende a ostentare disinvoltura e tensione emotiva.
La stessa che ritroviamo in “I hate myself for loving you” di Joan Jett e “I am the fire” degli Halestorm (in una versione che sarebbe piaciuta a Chris Cornell), più “confortevoli” dal punto di vista stilistico, ma anche in “Time after time”, un successo planetario di Cyndi Lauper in cui il succitato effetto “gigione” è pericolosamente in agguato.
La scaletta si conclude con un gioiellino da brividi veri intitolato “Uninvited”, autentico showcase delle enormi doti di affabulazione possedute da Nathan James, che mi piacerebbe un giorno potessero essere condivise con quelle altrettanto eccezionali di Alanis Morissette, la favolosa autrice del pezzo.
Heroine” è dunque parecchio di più di un semplice “cover-album” e aiuta a comprendere, se qualcuno avesse ancora dei dubbi, che gli Inglorious non sono affatto un “altro” gruppo di hard-rock che affolla la scena contemporanea.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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