Chi bazzica il mondo dell'underground estremo saprà che la
Antiq Records, etichetta francese di culto, è solita offrirci band che evidenziano affinità per i racconti e le melodie di epoche passate e per i vecchi strumenti, spesso mescolati con il potere e l'intensità dell'heavy metal.
E' questo il caso dei transalpini
Paydretz, progetto black/folk metal con membri di Véhémence, Himinbjorg, Hanternoz, Grylle, Belenos e Wÿntër Ärvn, e del loro esordio
"Chroniques de l'Insurrection", un album che ci racconta della guerra in Vendée, svoltasi in Francia tra il 1793 e il 1796, durante la quale i contadini si rivoltarono contro i nobili monarchici nella regione prima che il tutto fosse ferocemente represso dalle autorità militari.
A supporto di una storia di questo genere, i
Paydretz mescolano, piuttosto organicamente, elementi di metal estremo, inserti folk che costituiscono l'ossatura dei brani, melodie epiche di stampo classico ed una atmosfera "antica" che costituisce, a mio modesto parere, la cosa migliore di un lavoro ben strutturato, mai sbilanciato in un senso o nell'altro e, soprattutto, molto interessante da ascoltare nonostante la sua lunghezza sia superiore all'ora di durata.
"Chroniques de l'Insurrection" riesce, infatti, nel tenere sempre viva l'attenzione attraverso la varietà dei suoi intrecci e l'intelligente alternarsi di melodie medievali, spesso sostenute da strumenti d'epoca, con l'intransigenza di un black metal dal taglio atmosferico e dal sapore degli anni '90.
I
Paydretz, in fondo, non sono degli innovatori dal momento che gruppi come Ungfell, Ensiferum o diversi compagni di etichetta (mi vengono in mente i Grylle) percorrono strade "simili" a quella dei Nostri, tuttavia, va riconosciuto al terzetto un notevole sforzo in fase di arrangiamento e di ricerca musicale, elementi che rendono il loro esordio un album da ascoltare con attenzione, assaporare in ogni sua inflessione e nel quale lasciarsi andare facendosi trasportare indietro nel tempo quando, molto probabilmente, determinati valori erano ancora importanti a differenza di quello che accade oggi.
Dal mio punto di vista, la
Antiq ha fatto di nuovo centro e, se non siete degli integralisti del black metal o degli "hater" dei cugini d'oltralpe,
"Chroniques de l'Insurrection" saprà regalarvi emozioni e pathos come non accade troppo spesso.
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