GRANDE GIOVE!
Con una media di quasi un album all'anno dalla loro fondazione, tornano gli
SkeleToon, più in palla che mai, con un nuovo concept album (o album 'tematico' che è forse più corretto) che, per chi vi scrive, è una pugnalata al cuore.
Non ho alcun dubbio ad affermare che "
Ritorno al Futuro" sia il film che ho più visto in vita mia; nei miei anni da teenager era una vera e propria ossessione, e guardavo e riguardavo la mia VHS registrata da Italia Uno, al punto che, anche se ormai non lo vedo da qualche anno, posso tranquillamente recitarlo a memoria. Tutto. Battuta per battuta.
E cosa mi combinano
Tomi Fooler e soci? Mi ci fanno un disco! Ma allora ditelo che mi volete prendere al cuore! Con le premesse di cui sopra, potrete immaginare che la situazione era molto 'ti amo o ti odio', mi tocchi un caposaldo della mia adolescenza, quindi o lo tocchi bene oppure ti ammazzo...
Ma per fortuna, sono qui a dirvi che "
The 1.21 Gigawatts Club" ha tutto quello che serve. Prima di tutto, è un album in puro stile SkeleToon, quindi power metal del più puro e Helloweeniano, voce altissima, doppia cassa a tutta forza ed una serie di riffs convincenti, freschi, divertenti, con i loro momenti più epici ("
2204", "
Eastwood Ravine") e le rasoiate a 1000 all'ora, tra cui mi piace citare "
Outatime", la riuscitissima "
We don't need Roads" e "
Holding On", che sin dall'inizio ci fanno capire che qui non si faranno prigionieri. La ciliegina su una buonissima torta sono le mille citazioni dei motivi immortali del film, ed è quasi inevitabile citare una versione tutta muscoli di "
Johnny B. Goode", ma soprattutto il pezzo che mi ha portato alla lacrimuccia: "
Enchant Me", con dentro una dedica a "Earth Angel" e a tutto l'Incanto Sotto il Mare. E se non sapete di cosa parlo, allora non siete degni.
"
The 1.21 Gigawatts Club" è un album che farà la gioia degli amanti del power più speedy e happy, che conferma l'ottimo stato di salute dei sempre divertenti e bravi
SkeleToon, e che mi fa fare un viaggio in un periodo della mia vita che non tornerà, perché non se ne è mai andato.
Chiudo questa recensione con le immortali parole del Maestro, che siano da monito per tutti noi:
"Ehi tu porco, levale le mani di dosso":