Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:38 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. DCLXVI
  2. EVIL EYE
  3. BLACK CROW
  4. RAWHEAD
  5. DEATH & DESTRUCTION
  6. WAYWARD
  7. OUTLAW
  8. BLOOD FROM A STONE
  9. FROM THE ASHES
  10. INFERNO
  11. END OF ME
  12. CHERNYY VORON

Line up

  • Stijn Yskout: bass
  • Gunther De Beul: drums
  • Rutger Van Elsen: guitars
  • Jef Wouters: vocals

Voto medio utenti

Firmato un contratto con la Pure Steel Records, e tornati a 5 anni di distanza dal debut album "Seeing Red Seeing Dead", ecco ripresentarsi sulle scene i belgi Rebel's End. A dispetto della copertina che potrebbe far pensare, almeno a me, un disco Doom o simili, questi quattro ragazzi sono pieni di energia e caricati a pallettoni per suonare un hard rock/heavy metal più diretto che non si può, senza il minimo rallentamento, ballad di ogni genere, solo tanta adrenalina e intensità.

Impossibile non nominare nelle ispirazioni della band gli Skid Row, soprattutto quelli del periodo "Slave To The Grind", ridimensionati con sonorità più moderne, e anche i Motley Crue di "Girls, Girls, Girls", con l'aggiunta di alcuni riff di scuola motorheadiana. Possiamo perciò dire con certezza che i Rebel's End hanno nelle loro cartucce una bella dose di vitalità.

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Poco meno di quaranta minuti di ascolto, che però passano senza neanche accorgersene neanche troppo, tra pezzi esplosivi come "Blood From A Stone", la carichissima "Outlaw" o "Inferno". Da segnalare una prestazione di Gunther De Bel dietro le pelli veramente coinvolgente, che assieme ai riff di chitarra e il tono vocale di Jeff Wouters al vetriolo, ma allo stesso tempo abbastanza roco, fanno di "Sing To The Devil" un disco più che riuscito. I difetti ci sono certo, come ho avuto modo di scrivere in altre recensioni, il problema principale che si ha quando band scelgono di proseguire su queste sonorità è il fattore riciclo o già sentito che diventa sempre più prepotentemente forte con l'andare avanti degli album, ma i Rebel's End dimostrano con "From The Ashes" o "Evil Eye" di non essere ancora arrivati alla frutta, e di poter dimostrare ancora molto.

Sperando che questo flusso compositivo rimanga ancora ispirato a questi livelli, non resta che augurare alla band di proseguire su questi binari, un po' di adrenalina nella vita non guasta mai.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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