Alzi la mano chi ritiene i
Sol Sistere una formazione valida e preparata.
Siamo pressoché al plebiscito.
Adesso, invece, alzi la mano chi li reputa un combo imprescindibile all’interno della scena estrema…
Mmmh, nessuno?
Ebbene, cari lettori della
Gloria, difficile darvi torto… sino ad oggi.
Già, perché se i primi due
full lengths avevano scaraventato il gruppo cileno nel sovraffollato barattolo recante la dicitura “
buoni ma come tanti altri”, il fatidico terzo
album svita il tappo e li proietta verso lidi ben più prestigiosi.
Che i Nostri puntassero su questa
release è evidente sin dalla scelta di intitolarlo proprio “
Sol Sistere”: una sorta di
all-in che si riverbera anche sulla produzione (mai così efficace sino ad oggi), su una rinnovata cura per gli arrangiamenti e, soprattutto, su un
songwriting perfezionato e parzialmente restaurato.
Il
death / black melodico debitore della cara vecchia scuola svedese ha, in questa sede, ceduto il passo a una rielaborazione più moderna e personale; una rielaborazione che, senza rinunciare alla virulenza sonora ed ai ritmi sostenuti propri del genere, attinge dal fosco catino del
post, e non disdegna slanci melodici contigui allo
shoegaze meno consolatorio.
Ne scaturiscono composizioni ad alto tasso emozionale, che sferzano come vento gelido e, al tempo stesso, impregnano l’anima di malinconia.
Lo sforzo compositivo è evidentissimo, e si glorifica in alcuni episodi davvero entusiasmanti come la torrenziale “
The Narrow Path” o la commovente
title-track.
Un plauso particolare anche alle due strumentali (“
The Shimmer” parte 1 e 2): finalmente, ribadisco,
brani strumentali come dio -o Satana,
fate vobis- comanda, non
spoken word,
pieces orchestrali, digressioni
ambient, interludi acustici o esperimenti
noise vari ed eventuali.
Peccato che nemmeno in questa occasione i
Sol Sistere riescano a scrollarsi di dosso il vizietto della prolissità, peraltro già denunciato dall’infallibile
Dope in occasione del precedente “
Extinguished Cold Light”.
Si tratta, comunque, di un inciampo tutto sommato veniale in considerazione dell’altissimo tasso qualitativo della proposta.
Non negherò che le melodie solenni e tragiche di cui il
platter è intriso abbiano intercettato (purtroppo) alla perfezione il mio stato d’animo di questi giorni; ciò concesso, credo di poter affermare che stiamo discutendo di un prodotto di assoluto valore, a prescindere dal tasso di tristezza del fruitore -rima non voluta-.
Bravi
Sol Sistere, siete riusciti ad evadere dal barattolo recante la dicitura “
buoni ma come tanti altri”; mi raccomando, non metteteci mai più piede.
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