Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2021
Durata:61 min.
Etichetta:Cult of Parthenope

Tracklist

  1. THE SHIMMER PT 1
  2. THE NARROW PATH
  3. ASHES
  4. NOTHOFAGUS
  5. BLACK MASS
  6. THE SHIMMER PT II
  7. UNSPOKEN VERB
  8. SOL SISTERE

Line up

  • Pablo Vera: drums
  • Ricardo Araya: guitars (lead)
  • Pedro Chávez: bass
  • Carlos Fuentes: guitars
  • S.: vocals

Voto medio utenti

Alzi la mano chi ritiene i Sol Sistere una formazione valida e preparata.
Siamo pressoché al plebiscito.
Adesso, invece, alzi la mano chi li reputa un combo imprescindibile all’interno della scena estrema…
Mmmh, nessuno?
Ebbene, cari lettori della Gloria, difficile darvi torto… sino ad oggi.

Già, perché se i primi due full lengths avevano scaraventato il gruppo cileno nel sovraffollato barattolo recante la dicitura “buoni ma come tanti altri”, il fatidico terzo album svita il tappo e li proietta verso lidi ben più prestigiosi.
Che i Nostri puntassero su questa release è evidente sin dalla scelta di intitolarlo proprio “Sol Sistere”: una sorta di all-in che si riverbera anche sulla produzione (mai così efficace sino ad oggi), su una rinnovata cura per gli arrangiamenti e, soprattutto, su un songwriting perfezionato e parzialmente restaurato.

Il death / black melodico debitore della cara vecchia scuola svedese ha, in questa sede, ceduto il passo a una rielaborazione più moderna e personale; una rielaborazione che, senza rinunciare alla virulenza sonora ed ai ritmi sostenuti propri del genere, attinge dal fosco catino del post, e non disdegna slanci melodici contigui allo shoegaze meno consolatorio.
Ne scaturiscono composizioni ad alto tasso emozionale, che sferzano come vento gelido e, al tempo stesso, impregnano l’anima di malinconia.

Lo sforzo compositivo è evidentissimo, e si glorifica in alcuni episodi davvero entusiasmanti come la torrenziale “The Narrow Path” o la commovente title-track.
Un plauso particolare anche alle due strumentali (“The Shimmer” parte 1 e 2): finalmente, ribadisco, brani strumentali come dio -o Satana, fate vobis- comanda, non spoken word, pieces orchestrali, digressioni ambient, interludi acustici o esperimenti noise vari ed eventuali.

Peccato che nemmeno in questa occasione i Sol Sistere riescano a scrollarsi di dosso il vizietto della prolissità, peraltro già denunciato dall’infallibile Dope in occasione del precedente “Extinguished Cold Light”.
Si tratta, comunque, di un inciampo tutto sommato veniale in considerazione dell’altissimo tasso qualitativo della proposta.

Non negherò che le melodie solenni e tragiche di cui il platter è intriso abbiano intercettato (purtroppo) alla perfezione il mio stato d’animo di questi giorni; ciò concesso, credo di poter affermare che stiamo discutendo di un prodotto di assoluto valore, a prescindere dal tasso di tristezza del fruitore -rima non voluta-.

Bravi Sol Sistere, siete riusciti ad evadere dal barattolo recante la dicitura “buoni ma come tanti altri”; mi raccomando, non metteteci mai più piede.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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