Copertina 8

Info

Anno di uscita:2021
Durata:42 min.
Etichetta:Heavy Psych Sounds

Tracklist

  1. RAD STAYS RAD
  2. THE OLDER KIDS
  3. OWN YER BLUES
  4. NOTHIN'
  5. EVEL NEVER DIES
  6. STAND DOWN
  7. TRIBE / FLY GIRL

Line up

  • Brant Bjork: guitar, vocals
  • Nick Oliveri: bass, vocals
  • Ryan Gut: drums

Voto medio utenti

Una band che si chiama Stöner, un disco che si intitola "Stoners rule". Non occorre grande sforzo d'immaginazione per intuire di quale stile musicale parliamo.
Questa è la nuovissima formazione creata da due indiscussi maestri del genere: Brant Bjork e Nick Oliveri. La loro carriera è semplicemente spettacolare e li ha visti protagonisti non solo negli immortali Kyuss, ma anche con nomi del calibro di Fu Manchu, Queens of the Stone Age, Mondo Generator, Fatso Jetson, Che, Desert Sessions, ecc. Rivederli insieme, con il drummer Ryan Gut (Brant Bjork band), non può non emozionare qualsiasi cultore di stoner/desert rock.
Sette brani, dei quali cinque evidenziano il marchio di Bjork e del suo inconfondibile tocco desertico e due che esprimono l'urgenza punk-metropolitana caratteristica di Oliveri.
"Shit don't change, rad stays rad" ("la storia non cambia, i fighi restano fighi" il significato gergale) è il ritornello dell'opener, un manifesto di stoner americano targato Joshua Tree (dove infatti è stato registrato l'album). Passo ciondolante, allucinato, stordito, con la voce livemente letargica di Brant che induce alla rilassatezza stuporosa delle sabbie e del calore cocente. Il basso slabbrato e poderoso, la cadenza mid-slow, l'insinuante gradevolezza delle vocals, il mood da hipster disillusi ed anticonformisti, ne fanno un piccolo manuale di desert-rock contemporaneo.
Più nervosa, grazie al basso pompato ed alla ritmica maggiormente secca, la seguente "The older kids" che ricorda non poco i tempi kyussiani. Qui mi sarebbe piaciuto sentire la voce più arrotata di Garcia, ma è comunque un episodio di grande groove da scapocciamento live.
Del tutto diversa "Own yer blues", che è proprio un lento blues notturno e drogato. Gran refrein melodico e carezzevole, cadenze ipnotiche ed atmosfera da dopo sbronza. Episodio molto vicino alla produzione solista di Bjork, che ci aggiunge anche lunghi assoli acidi da trip-song. Canzone ideale per un ascolto tra i fumi della marijuana. Da sottolineare quanto sia migliorato nel tempo come chitarrista l'irsuto guru dello stoner.
"Nothin'" e "Evel never dies" sono brani pratici e concisi, molto Oliveri-oriented. Il primo ha un retrogusto da QotSA degli esordi, con la sua torva orecchiabilità, il secondo è molto più punk e cafone e pare un outtake dei Mondo Generator. Basso rombante ed essenzialità raw-rock'n'roll, con voce da punkettone fine anni '70. Parte centrale del lavoro che offre un deciso stacco dal resto e testimonia la volontà del duo di far confluire le loro differenti impostazioni musicali, senza privare di coesione l'insieme.
"Stand down" è uno stoner classico carico di hypno-groove, avvolgente come le spire di un serpente a sonagli. Forte pennellata psichedelica e narcotica a strutture molto heavy, come piace a noi appassionati. Sugli scudi il tambureggiare di Gut, che in tutto il lavoro è una presenza tutt'altro che marginale. Altro brano pienamente riuscito.
La chiusura è affidata ai tredici minuti di "Tribe / Fly girl", una sorta di monumento a questo tipo di sound. Riff torbido e ripetuto fino allo sfinimento, voce placida e torpida, una sorta di oscurità drogata che agisce in sottofondo insieme alle connotazioni acid-rock. Un tema mantrico e spiraleggiante, un vortex-sound di altissima qualità che può rappresentare ciò che i Kyuss produrrebbero oggi se finalmente si riformassero. Nella seconda parte della traccia, rallentamento doomy e chitarra space (molto Sons of Otis a mio parere) che generano un'atmosfera da vero rituale desertico. Canzone top, davvero "stoners rule".

Uno dei dischi più belli e significativi della prima metà dell'annata. Alta qualità strumentale, compositiva, carismatica. La Heavy Psych Sounds ha messo a segno un grande colpo, che mi auguro vivamente non rimanga un episodio isolato.
SCARSO

I kyuss sono i miei idoli, ma qua c'è veramente poco ed i pezzi sono veramente scolastici come la produzione., Non condivido assolutamente la recensione, troppo di parte, ogni tanto bisognerebbe essere più obiettivi

Fantozzi avrebbe detto che è una cacata pazzesca.

Disco ORRENDO sotto tutti i punti di vista. Lo sconsiglio fortemente.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 22 ott 2021 alle 14:41

Ho visto una pubblicità ENORME per questo disco e (non avendolo ancora ascoltato) mi chiedevo come fosse, poi... sbam! Votone del Dr.Stoner. Vedo anche diversi commenti negativi, come quello di @Alien1973... Niente, lo dovrò mettere in coda ascolti \m/

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