I
Crystal Coffin, giunti con questo
The Starway Eternal al secondo lavoro in studio, si confermano una realtà emergente molto interessante all’interno della scena estrema, grazie al loro sound malato, a tratti marcio, ma anche profondamente intimo, in cui il black metal più oscuro, convive armonicamente, e si fonde, con melodie romantiche e decadenti.
La band, proveniente da Vancouver, è in realtà un trio formato da
Aron Shute (voce e basso),
Lenkyn Ostapovich (chitarra e tastiere) e
Rob Poirier (batteria), tutti giovani musicisti molto preparati dal punto di vista tecnico e dotati di un gusto musicale, che prende spunto, tanto dal tradizionale black-death scandinavo, quanto dalle colonne sonore dei film horror italiani degli anni ’70 (grandissimo Darione Argento!), o almeno, cosi si legge nella biografia della band.
Effettivamente, dal punto di vista squisitamente compositivo, le 8 tracce di
The Starway Eternal, sembrano essere state partorire tutte all’interno di una foresta norvegese, non che in Canada ne siano siano sprovvisti (tutt’altro!), ma l’atmosfera magica ed oscura che si respira, dall’inizio alla fine del disco, è quella tipica, lasciata in eredità dai vari Solefald, In The Woods, Arcturus, Ulver, Borknagar e da tante altre bands storiche provenienti dalla fredda Norvegia, caratterizzata da un sound selvaggiamente feroce, che azzanna l’ascoltatore, per poi abbandonarsi inaspettatamente alla musicalità, generando pathos e ambienti onirici immaginari che sembrano il riflesso di un triste e affascinante sogno.
Tali influenze sono tangibili in tutti i brani, a partire dall’iniziale
Shapeshifter Huntsman, nella psichedelica title-track, che si contraddistingue per la sua struttura a tratti progressive, nelle spigolose
Skeletons e
Console Of Horror, nelle malinconiche
The Red Forest e
Cremation: Beyond Fire and Ice, fino a giungere all’affascinante ed elaborata
Mega Tomb (Including Tomorrow’s Ghost), che chiude il disco.
Non c’è molto altro dire; i
Crystal Coffin suonano bene, lo fanno con passione, riescono a fare loro gli insegnamenti dei grandi del passato, reinterpretandoli secondo le loro precise scelte musicali, credono in ciò che fanno e si sente, senza perdersi in chiacchiere o banali amenità.
The Starway Eternal infatti è proprio questo: un disco essenziale, va subito dritto al sodo, senza tergiversare, regalando emozioni di pura tristezza e malinconia , che vengono dipinte in maniera armonica su un’infinita parete oscura e priva di cornice, trasmettendo un improvviso senso di angoscia ma, al tempo stesso, grazie alle sue introspettive melodie, stimolando le riflessioni più profonde dell'ascoltatore
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