Questo disco ha tre chiavi di lettura. La prima è che i Carcass sono già esistiti ed hanno già impresso, a sangue, il loro nome nella Storia del metal estremo, gettandone le basi con tre capolavori che, a distanza di anni, influenzano schiere innumerevoli di bands. La seconda è che i The County Medical Examiners potevano anche risparmiarci il disturbo, dato che se uno vuole ascoltarsi i Carcass, beh, non deve far altro che ascoltarsi gli originali e non tristissime copiecarbone. La terza è che la Verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Ed io sposo pienamente questa terza chiave di lettura. La band americana offre diversi spunti per strapparci un sorriso; in primis, l'età media dei nostri, che sono molto avanti con gli anni. Il bassista ha 63 anni ( !!!! ) e la loro vera professione è proprio quella di medici. Inoltre, partiti come cover band dei Carcass ( ma va? caspita, che sorpresa ), i nostri, anche spinti da commenti entusiasti di amici e parenti, hanno spinto la loro creatura verso la composizione di pezzi autografi. Ed ecco che, dopo il demotape "Fetid Putrescent Whiffs", la band firma per la Razorblade Records, pubblicando con essa il debut "Forensic Fugues And Medicolegal Medleys" ( 2002 ). Un disco che molti non hanno gradito, leggendone solo una mera scopiazzatura dei maestri inglesi. Per fortuna del trio americano, tra quei molti non trovavano posto i boss della Relapse, etichetta sempre pronta a scovare piccole gemme di putrida follia. Firmato il deal con la cult label per antonomasia, ecco finalmente tra noi il comeback discografico di questi folli ed attempati musicisti. " Olidous Operettas " è un piccolo compendio su come suonare grindcore nel 2006, rimanendo ben ancorati nel 1988 ovviamente. Otto brani smembrati su 29 minuti di sana e godereccia violenza, che viene recepita meglio se si è dotati dello spirito giusto. E' ovvio che i The County Medical Examiners giocano a prendere per il culo chiunque, loro stessi per primi: essere troppo seriosi non aiuta alla giusta comprensione di questo disco. Prodotto in maniera egregia, offre un netto risalto alle chitarre in fase solista, mentre nella parti più cadenzate il sound diviene, giustamente, più corposo e avvolgente. Un cantato mai troppo denso di catarro, pensa bene a raccontarci di squartamenti e dissossamenti, e la sensazione di deja vu è fortissima. Personalmente ho gradito molto questo disco, sia per la sua breve durata ( ascoltato cinque volte di fila, non stanca assolutamente ) sia perché di dischi cazzoni ne abbiamo sempre bisogno. The County Medical Examiners, il futuro è vostro ( finche il cuore vi sorregge ).
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