I "Motörhead svedesi", così sono chiamati i LSATHD, giungono al quarto lavoro proponendoci un lotto di canzoni tiratissime, riff nervosi a cascata, voce aggressiva, il tutto seguendo le tracce dei più selvaggi The Hellacopters, Entombed ( quelli di "
Wolverine Blues" ) e Turbonegro.
Certo la ciurma capitanata da Lemmy era un'altra cosa con quel muro di suono tutto particolare, ma è indubbio che di aggressività e di riff incendiari anche qui ne abbiamo in abbondanza e tracks quali "
Amplifier" , "
The Song That Wrote Itself", "
Night Of The Damned" rappresentano una bella miscela di quel rock'n'roll sporcato di metal-punk-blues che ha fatto la fortuna dei Motörhead.
Anche l'uso del basso slabbrato e ruvido ha qualcosa di Lemmy, le composizioni scorrono piacevolmente e devo dire che di filler non ne abbiamo, non ci sono neanche veri highlights, ma non è questo che si deve cercare ascoltando la band svedese quanto invece tanto metal cazzuto, suonato con passione, sudore ed attitudine.
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