L'estate (per fortuna) è alle spalle, il calore e l'afa hanno lasciato spazio a scenari più black metal, ciononostante, l'estate qualcosa di buono ha portato ... il debut album degli
Ortus ! Nonostante il tipico affollamento discografico autunnale, il sovraffollamento e la totale saturazione della scena estrema, è giusto tributare, seppur in ritardo, questa band geniale e superiore che riesce a proporre musica unica ed originale, capace di risvegliare quell'ammirazione e quella atavica voglia di estremismo sonoro che ristagna in tutti i cuori degli adoratori della nera fiamma … la nuova creatura degna di tutta la nostra attenzione, come detto, si chiama
Ortus e viene da Mainz (Germania) ed ha al suo attivo due Ep (
“Where Shadows Gather” e
“Forgotten Memories”) di buona qualità che già li avevano fatti finire nei radar dei più incalliti amanti dell'underground… oggi la band di
Namtáar e
Nihil diventa un four pieces (anche se non si sa chi sia il batterista) e si supera pubblicando un debut album contenente soli due pezzi per un totale di oltre 33' di pura goduria musicale … Se siete amanti del black metal tout court fate vostra quest'opera magna e non potrete pentirvene, in quanto, nelle due songs, troverete tutti gli elementi che hanno fatto grande, unico e inimitabile il black metal, partendo da un approccio raw, evil e in your face farcito di blast beats e tremolo picking, passando alla capacità di creare tetre atmosfere e finendo con il proporre un'incredibile varietà di stili vocali (estremi). Il tutto incorniciato da una produzione perfetta, né bombastica né da scantinato, ma semplicemente black metal, fredda e tagliente nelle vocals e nelle chitarre, ma complessivamente potente e distruttiva … Cercando di voler paragonare gli
Ortus ad altre band tedesche potremmo dire che al loro interno vive lo spirito primordiale dei
Lunar Aurora, da cui riprendono il gusto per composizioni lunghe e glaciali, con quello più elevato e raffinato degli
Eis (ex
Geist) per quanto riguarda la ricerca degli arrangiamenti vocali e della proposta melodica … A qualcuno tutto ciò potrà sembrare soltanto una fiera dei soliti clichés e dei soliti ingredienti triti e ritriti, riproposti per la milionesima volta, a me invece,
“Aus Der Tiefe” mi ha fatto semplicemente ricordare e ringraziare, ancora una volta, di aver dedicato la mia vita al nero … Supreme German Black Art !
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