Dietro l’enigmatico titolo “
TAFKATNO” si “nasconde” un gioiellino di
rock vellutato e raffinato, pieno di canzoni straordinariamente ispirate, minuziosamente costruite e splendidamente eseguite.
La recensione di questo nuovo lavoro di
Michael Kratz potrebbe anche finire qui, ma credo che sia necessario (e non solo per assecondare la mia ben nota necessità divulgativa …) aggiungere qualche ulteriore elemento soprattutto a beneficio di chi non si è colpevolmente accorto della bellezza del precedente “
Live your life” e “rischia” di lasciarsi sfuggire un'altra collezione inattaccabile di note sofisticate ed emozionanti, intrise di
charme e sensibilità, in cui il gusto per gli arrangiamenti è nientemeno che esemplare.
Volendo parlare di “genere”, diciamo che il danese è un maestro nel mescolare
AOR,
techno-pop e barlumi
progressive, e qualora vi servano invece dei riferimenti concreti, la citazione di Toto, Chicago, Ambrosia e Level 42 può essere funzionale a fornire delle indicazioni di massima, senza, però, esaurire con una sterile rilettura di tali numi tutelari il contenuto dell’opera.
La verità è che in “
TAFKATNO” non c’è un solo brano poco efficace dal punto di visto emozionale o vagamente tacciabile di anonimia, e a questo risultato si perviene solo grazie all’enorme talento e alla spiccata cultura di un musicista, cantante e compositore capace di toccare le corde dell’anima attraverso melodie avvincenti e interpretazioni sempre sentite.
Aiutato da
Kasper Viinberg e dalla consueta pletora di ospiti illustri (
Christian Warburg,
Bruce Gaitsch,
Torben Lysholm,
Janey Clewer e i “nostri”
Davide Gilardino e
Luca Carlomagno, dei Mindfeels),
Michael marchia a fuoco il programma dell’opera con la sua voce intensa, matura e peculiare, perfetta per sostenere undici comunicativi momenti di competente e sfarzoso
easy listening, mai fastidiosamente edulcorato.
In questo modo, se ad accendere i sensi non è la scossa bruciante dei
riffs, sono le ritmiche adescanti, l’elettricità soffusa e le invitanti costruzioni armoniche a conseguire il fondamentale risultato, non trasmettendo in nessuna occasione, lo ribadisco, la sensazione di eccessiva prevedibilità o abulia.
Impossibile, insomma, non rimanere conquistati dall’elegante
pop-anthem “
Too close to the edge”, dagli ammalianti e pulsanti chiaroscuri sonici di “
The highway” o da una “
A way to the future” che plagia l’astante e lo avvolge in un confortante bozzolo fatto di
prog,
fusion e
R&B.
“
Without your love” (davvero favolosa nei suoi saliscendi sonici), “
Let's do something good” e “
Someday“ sono ballate di cristallina espressività che solo i
rockers più “intransigenti” e superficiali potranno rinnegare, mentre sono convinto che l’estro e l’irresistibile
mood notturno di “
You're the one” saranno apprezzati da tutti i
musicofili privi di “paraocchi”, al pari di “
Everlasting lies”, scattante dimostrazione di tecnica, fantasia e
feeling.
Ancora uno
slow-number denominato “
10 minutes” (forse il meno riuscito del lotto, in realtà …), prima delle ultime due ricercate combinazioni di ritmo e melodia presenti nel programma, la
poppettosa “
How can a man” e la
bonus track “
Broken souls”, altamente coinvolgente nei suoi suggestivi giochi tra luce e crepuscolo.
“
TAFKATNO” è dunque un eccellente esempio di quello che una volta avremmo chiamato “rock radiofonico colto” e non rimane che consigliare
Michael Kratz a tutti quelli per cui tale definizione ha ancora un pregnante significato.