Già segnalati nella mia personale lista del 2018 tra le uscite più meritevoli (ai tempi con l'ottimo
The Cauldron and The Cross) tornano i britannici
Seven Sisters e lo fanno alla grande!
Dopo tre anni ritroviamo la band di
Kyle McNeill rinnovata dal punto di vista della line up e del suono, ma non spaventatevi, anzi, cominciate a stappare una birretta per festeggiare. Sì perché se il precedente lavoro mostrava i nostri alle prese con un ottimo heavy metal classico, debitore oltre che dei soliti Maiden, anche dei grandi Angel Witch, con una patina malinconica e canzoni sempre interessanti e lontane da una struttura prevedibile e ripetitiva, il nuovo
Shadow of a Falling Star pt.1 rappresenta un passo avanti verso una nuova direzione. Non uno stravolgimento ma un cambiamento innegabile.
Parliamo sempre di metal nella sua forma più classica ma sul nuovo lavoro il tutto viene rifinito e cesellato con alcune spruzzate progressive ben percepibili e brevi botte di energia ai limiti del thrash. Con questa nuova direzione musicale i Seven Sisters dimostrano grande personalità e riescono a staccarsi parzialmente dall'affollato calderone del revival NWOBHM.
Le strutture delle canzoni si sono fatte più elaborate, meno lineari ma non per questo troppo cervellotiche, anche perché sono sempre guidate da grandi melodie di chitarra e dalla particolare voce di
Kyle che riesce ad aggiungere un leggero mood malinconico al lavoro. Anche nei momenti in cui la band schiaccia il pedale e vira verso il power metal, la gioia helloweeniana non appare mai e si rimane sempre su territori introspettivi. L'acquisita maturità dei
Seven Sisters sta proprio nel saper scrivere canzoni varie, stratificate per quanto riguarda gli intrecci ritmici oppure dal mood spaziale, ora acustico ora grintoso, ma sempre orecchiabili, con linee melodiche ben definite.
Shadow of a Falling Star pt.1 non è un disco sparato in faccia all’ascoltatore (se non per "
Beyond the Black Stars" o la muscolosa "
Whispers in the Dark") ma un lavoro piuttosto meditato, con un filo di tastiere che amplificano l’effetto “space” e lo fanno scorrere fluido e sinuoso riuscendo a rapire l’ascoltatore. Lungo le tracce si susseguono decelerazioni e momenti più "intimi" ed acustici ad accelerazioni e aperture davvero scritte con grande gusto su cui spiccano le ottime "
The Artifice", "
Horizon’s Eye", la "
title track" e "
Truth's Burden"
Questo
Shadow of a Fallen Star pt. 1 è certamente tra gli album più belli e interessanti di questo 2021 e se fossi in voi schiaccerei il player qui sotto in modo da saggiare il loro sound. Ne verrete rapiti. Ed ora attendiamo la parte 2.
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