Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:45 min.
Etichetta:Endless Winter

Tracklist

  1. ÉLA
  2. TEARS
  3. WARRIORS OF THE WHITE WAR
  4. THE OLD MIMOID
  5. PAN
  6. POSSESSION
  7. THE LIGHTHOUSE
  8. BEGOTTEN

Line up

  • Lorenzo: bass
  • Corrado Menegatti: drums, lyrics
  • Cory: guitars
  • Marco SG: guitars, vocals

Voto medio utenti

Vengono da Trento questi Éla, prima progetto del chitarrista cantante Marco SG fondato nel 2017 poi divenuti in corso d'opera una vera band a quattro elementi, che giungono oggi al loro debutto omonimo tramite la label russa Endless Winter Records.

Già a partire dalla bella copertina, semplice ma di grande effetto ad opera di Misanthropic Art, si percepisce la monumentalità della musica proposta dagli Éla, fatta di una miscela tra un death e doom che però non è ascrivibile pienamente in alcun dei due territori, ne' tantomeno in movimenti (si fa per dire...) appartenenti alla sfera del funeral doom, tipo Ahab o Longing for Dawn: qui le ritmiche sono assai meno stentoree, i riff non durano minuti interi anzi c'è un discreto movimento ed intreccio di accordi e persino la durata dei brani si attesta mediamente sui cinque o sei minuti per un totale di nemmeno 50 minuti, lontanissimi dai canoni del genere.

L'elemento death metal viene in maniera preponderante dal profondo growl di Marco, ben presente e bilanciato nel sound anche grazie alla buona opera del mix e del mastering a cura di Claude Laerm, mentre la parte strumentale è più riconducibile ad un doom metal di taglio classico, senza stravolgimenti od eccessivi ipnotismi,

Pochi ma efficaci gli assoli che rendono dei momenti assolutamente epici ed evocativi, come nel brano "Pan", uno dei migliori dell'album insieme al successivo "Possession", forse l'episodio più funereo, ed è un peccato che siano così poco presenti durante gli otto brani che compongono questo "Éla".
In una proposta così particolare ovviamente assume una enorme importanza la componente emotiva e quello che la musica dei nostri riesce a trasmettere, questa è la caratteristiche che maggiormente arride al combo trentino, il riuscire a tramutare in turbamento la loro musica; non sappiamo se il faro a cui si riferisce il brano "The Lighthouse" sia quello dello splendido film di Robert Eggers ma l'apprensione e l'inquietudine che emergono dall'ascolto ben si sposano con quello che il regista statunitense è riuscito ad infondere a quelle sioccanti visioni.

Un album consigliato a chi ama lasciarsi andare e trasportarsi a corpo morto nella musica che ama e che sceglie come compagna di vita e non come intrattenimento.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.