Il concetto di “
supergruppo”, anche su queste pagine, è stato largamente usato e a volte abusato. Ma qui, signori miei, vi presento (qualora non li conosceste) un agglomerato di tecnica, classe, storia e musicalità che fa spavento.
Adrian Belew è uno dei chitarristi cardine della scena prog degli ultimi, boh, 40 anni?
Stewart Copeland è stato il batterista dei Police, ed è una icona vivente;
Mark King, bassista assolutamente funambolico, che potremmo definire 'la versione pop di Les Claypool' (qualcuno ricorda i Level 42?); e, ultimo ma non ultimo,
Vittorio Cosma, ai più noto come “il tastierista che fa le vocine negli Elio e le Storie Tese”, in realtà un musicista mostruoso, che ha prodotto, suonato e/o arrangiato i dischi di mezzo mondo.
Capita che, nel 2016, a Milano, i quattro si trovino nello stesso posto allo stesso momento, e, una parola tu e una parola io, si ritrovino su un palco a suonare come sono loro sanno fare: zero barriere, altissima quota di improvvisazione, talento puro che fluisce libero. Il risultato è
Gizmodrome, e la band dà alle stampe il primo album auto-intitolato, la cui ossatura compositiva è quasi totalmente sulle spalle di Copeland, che di stare due minuti fermo proprio non se ne parla. Disco multiforme, con una quota di pazzia compositiva che inevitabilmente me li fa accostare all’inaccostabile Frank Zappa, ma è davvero l’unico metro di paragone per una band con talmente tanta qualità dentro, che non riescono davvero a suonare dritti. E il disco è una cosa, ma quando poi vi capitasse di ascoltarli dal vivo, di persona ma anche su Youtube, capireste davvero cosa c’è dietro a questo monicker così peculiare… questi sono alieni.
Bene, il 2021 ce li restituisce nella loro dimensione preferita, con questo “live” che, semplicemente, vi svita la testa. Tra i brani del loro debutto, pezzi dei King Crimson, tracce oscure dei Police o del repertorio solista di Stewart Copeland, questi quattro mostri si divertono la faccia, talmente tanto che si percepisce anche da un file audio, e mentre si divertono incarnano la definizione di ‘
musicista totale’, suonando e cantando tutti e quattro, smontando e rimontando, improvvisando, demolendo e ricostruendo, tutto tra una battuta sul palco, la suggestione di un momento, o qualcuno che ha mollato un rutto e tutti a ridere dietro, mentre gli strumenti si liquefanno tra le mani di questi animali, creando un live assolutamente da non perdere.
So benissimo che qui siamo nella nicchia della nicchia, ma se davvero volete farvi cadere la mascella, date un ascolto ai Gizmodrome, mi ringrazierete.
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