Quei ragazzetti di stoccolma nati dallo split dei
Nihilist ne hanno fatta di strada...
17 album in 32 anni manco i Cannibal Corpse. Per di più considerando che quella degli Unleashed è una delle formazioni più stabili e solide in assoluto nel panorama Death Metal. Gli
Unleashed sono quel gruppo che in tutti questi anni ha raggiunto quel livello di sintonia e coesione, tale che difficilmente un disco viene brutto, incoerente o buttato lì. Infatti ‘
No Sign Of Life’ è un disco più che dignitoso.
Per i suoi 40 minuti di durata l’album non si ferma mai, è frenetico e battagliero (uso questo aggettivo solo perchè si parla di guerra nei testi, non perchè abbia un senso musicale). La verità è che secondo me non c’è molto da dire su ‘No Sign of Life’, è un disco estremamente godibile, anzi, piacevole, coerente e coeso. Però è vero anche che, vista la somiglianza quasi imbarazzante con il precedente (altrettanto bello) ‘
The Haunt Of White Christ’, sia nella musica che nell’aspetto, non so quanto bisogno ci fosse realmente di questo album, se non continuare a musicare i capitoli di “
The World of Odalheim” (il libro scritto e mai pubblicato del buon
Johnny Hedlund, di cui lui stesso mi ha parlato nell’intervista che trovate qui sul sito).
L’unica critica sostanziale che mi sento di fare riguarda il cantato dello stesso
Hedlund: non è growl. Ma proprio per nulla.
Il modo in cui canta
Hedlund è il modo giusto di cantare su un disco Thrash, non su un disco death. Tra l’altro viviamo nel periodo in cui sui dischi thrash i cantanti vogliono cantare in Growl e non si sa perchè, ma sto divagando.
È vero anche che sono un po’ di dischi che il vocione dell’ex-Nihilist si è alleggerito, si è smussato, quindi la mia è una critica rivolta più a quest’ultima parte degli
Unleashed, che a ‘No Sign of Life’ nello specifico.
Quest’album è sicuramente molto simile agli ultimi due (anche tre) dischi degli
Unleashed, ma è innegabile che è comunque un disco coinvolgente ed energico, le cui melodie non faticano a entrare in testa, e secondo me questo è un punto a favore. Ma allo stesso tempo non è un disco memorabile e fondamentale, questo da molto l’idea di essere un disco inerziale, quasi di mestiere. Convinto, ben fatto, bei suoni, belle canzoni, senza dubbio, MA, manca qualcosa.
Mancano il lime e la menta.
Non perchè pretendo che gli
Unleashed diventino un gruppo tropicale come i
Fulci, ma manca quell’elemento di freschezza, che annulli la sensazione di stantio e stagnante, che in questo disco secondo me si sente, molto.