Copertina 7

Info

Demo
Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:18 min.

Tracklist

  1. PLANET JAIL
  2. DARK HORIZON
  3. THE SAVIOR
  4. GEMINI

Line up

  • Luigi Bonansea: vocals
  • Stefano Pomero: guitars
  • Gabriele Bruni: guitars
  • Stefano Balocco: bass
  • Fabio Smareglia: drums

Voto medio utenti

Gli Anthenora sono una delle più conosciute (ed apprezzate) cover band degli Iron Maiden. Eppure non sono gli ultimi arrivati, avendo realizzato il loro primo demo già nel 1991, molto prima di trasformarsi in una tribute band. In effetti negli ultimi anni hanno trascurato la propria produzione per tributare i Maiden. Almeno finora, dato che su "General's Awakening" tutti brani proposti sono stati scritti dal gruppo piemontese. Questo demo mi ha fatto sin da subito un ottima impressione, a partire dal fatto che gli Anthenora sono riusciti ad evitare i troppo facili accostamenti agli Iron Maiden. Beh, non del tutto visto che sul mid tempo "Dark Horizon" vengono tirati in ballo, prima dal bassista Stefano (un nome... un destino?) e poi dal seguente fraseggio di chitarre del duo Bruni e Pomero. Per il resto gli Anthenora sembrano rifarsi più all'Heavy Metal classico tipico degli anni '80, suonato in maniera energica e con qualche influenza Power, sia dal versante teutonico ("The Savior") sia da quello statunitense. L'iniziale "Planet Jail" è infatti un pezzo dinamico ed efficace che ricorda la proposta di alcuni gruppi di Power Metal americano, con i Jag Panzer in testa per le linee melodiche del refrain. Più che buona la prova di Luigi Bonansea, qui e sul resto del demo, cantante che non ricalca Dickinson (...nemmeno quando interpreta "The Trooper" eheh!), e che rimane più vicino a DiAnno facendo pensare a tratti Piet Sielck, leader degli Iron Savior. Ho già accennato a "Dark Horizon", e quindi passo direttamente a "The Savior", brano diretto e sostenuto, ben scandito dalla batteria di Fabio Smareglia. Qui io però avrei evitato gli "ohohoho..." e dato maggior incisività all'assolo di chitarra. Sembra mancare un po' di potenza anche alla conclusiva "Gemini", mid tempo abbastanza orecchiabile ma che sembra non decollare, anche se in questa occasione è davvero inattaccabile la prestazione delle chitarre. Da segnalare infine che a prendersi cura della produzione troviamo Tony "Mad" Fontò, chitarrista dei White Skull, che dimostra di sapersela cavare più che bene anche in questo frangente, dando un suono potente e caldo ai brani.
Up the Irons... and Anthenora too!
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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