Le campagne militari dell'Esercito Romano avevano garantito l'espansione prima della Repubblica e poi dell'Impero, ma anche gli
Ex Deo non si sono tirati indietro, e "
The Thirteen Years of Nero" è già la loro quarta spedizione militare. E nell'occasione affrontano i tredici anni al potere, controversi e violenti, sin dalla più giovane età, dell’Imperatore Nerone.
Ovviamente anche in questa occasione, accompagnano il loro viaggio nella storia, con quel Death Metal marziale ed "imperativo" che abbiamo scoperto ben adattarsi al ruolo di colonna sonora per questa riscoperta degli avvenimenti dell'Impero Romano portata avanti da
Maurizio Iacono con quello che è inizialmente nato un come side project dei Kataklysm.
Se i precedenti capitoli, "Romulus", "Caligvla" e "The Immortal Wars" avevano incontrato la vostra approvazione, non potrete che farvi coinvolgere anche dal loro nuovo album. "
The Fall of Claudius" si apre con una citazione cinematografica tratta da qualche vecchio film, immagino in bianco e nero, e lo stesso brano che si sviluppa a seguire prova a mantenerne gli stessi toni sommessi ma allo stesso imperiosi. Non quanto quelli toccati della seguente "
Imperator", dove la brutalità del Death Metal si incontra con orchestrazioni sinfoniche e suoni pomposi in un blend che si esalta altrettanto anche su "
The Head of the Snake".
I ritmi tribali di "
Boudicca (Queen of the Iceni)" ci riportano al tempo in cui il potere dell'Impero Romano venne contrastato dalla tribù degli Iceni, guidati alla rivolta dalla loro Regina Boudicca, qui ottimamente interpretata dall'ospite
Brittney Slayes (Unleash The Archers), mentre la successiva "
Britannia: The 9th at Camulodonum" ci ricorda che i Romani non ebbero solo facili vittorie, ma subirono anche sonore sconfitte, nel caso proprio per mano di Boudicca e dei suoi alleati.
"
Trial of the Gods (Intermezzo)" è un breve strumentale che si lascia giusto ascoltare, ma la successiva "
The Fiddle & The Fire" (incentrata sul tristemente famoso incendio di Roma del 64 AD) si rivela come uno dei momenti migliori del disco, dove brutalità e dramma riescono a convivere con eleganza grazie all'ottima prova del gruppo e al contributo di
Clemens Wijers, che ha curato le orchestrazioni dell'album. Se, invece, preferite i ritmi marziali e più monolitici ecco per voi "
Son of the Deified" un'avanzata opprimente che viene solo momentaneamente interrotta da un guitarwork e da un assolo piuttosto atipici per gli
Ex Deo.
Ce lo narrò Svetonio e ora lo cantano gli
Ex Deo, "
What Artist Dies In Me..." sono le ultime parole di Nerone prima del suo suicidio, un brano dal passo pesante dove
Maurizio Iacono interpreta l'Imperatore prossimo al suo atto finale.
Ed è imminente anche la conclusione dello stesso "
The Thirteen Years of Nero" che si realizza grazie a "
The Revolt of Galba", l'episodio meno opprimente dell'album, più che altro grazie a orchestrazioni ben articolate e soprattutto più ariose, dato che nemmeno in questa occasione
Iacono rinuncia alle sue harsh vocals e i musicisti che lo accompagnano, a differenza di Servius Sulpicius Galba (il suo potere durò comunque solo sette mesi), non si rivoltano certo contro il loro leader e condottiero.
Continuo a ritenere particolarmente azzeccato il binomio Death Metal (ovviamente con tutte le sue sfumature) degli
Ex Deo e Storia dell'Impero Romano, con "
The Thirteen Years of Nero" che si propone come l'ennesimo episodio vincente per Maurizio Iacono e le sua Legione.
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