“Le tre sirene antiaeree”, “Il terrore auricolare”, “La banda devasta-microfoni”.
Signori e signori, sono tornati
The Three Tremors!
Per chi fosse curioso o interessato ho pensato di riassumere in un minuto e mezzo l’intero disco, così vi risparmio un’ora di vita. Pigiate play qui sotto e mi ringrazierete.
Vi mancavano, eh?
Vi avevo raccontato tutto su questo fantasioso progetto nato dall’unione di tre ugole eccellenti del metallo
nella recensione dell’album di esordio. Non proprio riuscitissimo, per usare un eufemismo. Ah, pensate che è poi uscito anche un triplo CD intitolato
The Solo Versions in cui abbiamo ogni canzone del debut interpretata da ciascun cantante. Roba per palati fini. Ad ogni modo, le descrizioni e le considerazioni fatte in quell’occasione valgono anche per questo nuovo lavoro intitolato
Guardians Of The Void.
Parliamo quindi di un metal che più classico non si può, con tantissimi riff in stile
Priest usati e abusati che però non sono supportati a dovere e si perdono in un mare di manierismo e banalità. In poche parole, i pezzi mancano di tiro e convinzione. L’ascoltatore assiste infatti inerme ad una sorta di gara in cui i tre terrori -ehm- tenori, -ehm- cantanti si alternano e si sovrappongono nelle varie strofe in una specie di gara a chi urla più forte. E 'fanculo al mood dei pezzi, all’interpretazione… Al senso. Avevo avanzato tutte le mie perplessità in occasione dell’album precedente, ma a loro non importa nulla e ci ripropongono paro-paro la stessa formula anche per questo nuovo disco, tant’è che i due lavori sono perfettamente sovrapponibili. Un paio di canzoni non sono assolutamente disprezzabili, come “
Operation: Neptune Spear” oppure “
I Can’t Be Stopped” -d’altronde i musicisti sono quelli dei navigati e potenti
Cage- ma è proprio l’insieme che non porta da nessuna parte e fracassa solamente le pal… -ehm- i padiglioni auricolari dell’ascoltatore.
Il tutto si riassume in un solo modo: un enorme spreco di talento.
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