Con un monicker particolare ma decisamente esplicativo debuttano gli
HUSQWARNAH, formazione lombarda dedita ad un old school death metal, un genere che oggi tra sperimentazioni, parossismi ed ultra tecnicismi non solo trova poco spazio all'interno del panorama estremo ma che a nostro avviso rischia di essere un po' messo da parte quando invece rappresenta l'incarnazione più pura ed illustre del metal oltranzista che ha letteralmente fatto la storia a cavallo degli anni '80 e '90.
Ed in effetti sin dalle primissime note di apertura di "
Front Toward Enemy", con basso sconquassante e grasso, sembra di tornare indietro ai tempi dei
Dismember di "
Casket Garden" ed in effetti il death metal dei nostri gira intorno a midtempos claustrofobici e possenti, come ci hanno insegnato ai bei tempi
Bolt Thrower,
Asphyx e, per una breve parte di carriera, gli stessi Dismember e gli
Unleashed dei brani più cadenzati di "
Shadows in the Deep", ad esempio "
Bloodbath".
L'album è davvero strutturato in maniera entusiasmante per un estimatore di quel periodo, sin dalla durata (34 minuti spalmati in 9 brani), la produzione e la copertina (ad opera di
Solomacello), per rimanere su elementi "esterni": passando alla musica in se' e per se' è tutto assolutamente bilanciato, con un poco di groove ma senza esagerare, i tempi sono monolitici ma non mancano accelerazioni ed uptempos a movimentare il tutto ed anche la melodia è presente sia nei pesantissimi riff sia negli assoli, malevoli e sinistri che aiutano ad aumentare la componente negativa di un album gia di suo assai sulfureo ed oltranzista; a corollare il tutto il growl profondo ma al contempo rabbioso di
Maurizio Caverzan.
Da segnalare tra gli altri i brani "
Screams from the Cellar" e "
Vigo", due ottime testimonianze dell'aggressività di "Front Toward Enemy" (e non a caso scelti come singoli) che promette una resa eccellente specialmente dal vivo, e la presenza di una cover dei
Rush ovvero "
Dreamline" che vede la presenza di un ospite d'eccezione come
Mikael Stanne dei
Dark Tranquillity, una scelta anomala ma decisamente azzeccata.
Bello grezzo, diretto, semplice ed efficace: al di la' di come i tempi hanno evoluto il concetto stesso di death metal, tornare alle origini ha sempre senso e valore, specie quando la qualità è in primo piano.
https://husqwarnah.bandcamp.com/releases
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